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JACK LONDON '
nalmente? — chiese Grief ridendo. Ma Geremia non aveva tempo di far del buon umore e non rilevò la facezia.
— La situazione commerciale dell'isola è pessima, — disse con grande solennità e spiccando untuosamente le parole a molte sillabe. — Il mio registro è preoccupante.
— Il commercio va male?
— Al contrario. Va ottimamente. Gli scaffali sono vuoti, completamente vuoti. Ma... — i suoi occhi luccicarono orgogliosamente, — c'è molta merce che rimane in magazzino; l'ho tenuta ben sotto chiave.
— Avete concesso troppo credito a Tulifau?
— Al contrario. Non c'è credito affatto. E ogni vecchio conto è stato regolato.
— Non riesco a comprendervi, Geremia, — confessò Grief. — Che scherzo è? Gli scaffali vuoti, niente concessione di crediti, vecchi conti regolati, magazzini ben custoditi... Spiegatevi !
Geremia non rispose immediatamente. Allungando la mano dietro l'angolo posteriore delle stuoie, ne estrasse un'ampia cassetta per danaro. Grief rilevò che non era chiusa a chiave, mentre il samoano era sempre stato pedantissimo nella custodia del da-