UN FIGLIO DEL SOLE _
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spiaggia, leggermente vestiti in « ahus » e (( lava-lavas », incoronati di fiori e germogli, danzavano giovanotti e ragazze. Più lungi, Grief passò davanti alla lunga casa di paglia del « himine », dove poche diecine di anziani sedevano in lunga fila, cantando i vecchi inni, insegnati loro da missionari dimenticati. Passò pure davanti al palazzo di Tulifau, dove si accorse dalle luci e dai suoni che la solita allegria era scatenata. Fra le felici isole del Mare del Sud quella di Fitu-Iva era la più felice. Vi si festeggiavano nascite e morti e qualsiasi altro avvenimento.
Grief percorse un viale che serpeggiava fra una vegetazione lussureggiante di fiori e capelveneri. L'aria calda era ricca di profumi e al disopra dell'orizzonte si delineavano alberi carichi di frutti e agili palme dal leggero ciuffo. Qua e là, vi erano case coperte di erba. Nel buio risuonavano voci e risate. Sull'acqua si vedevano luci ondeggianti e dei lontani cori a bassa modulazione annunciavano il ritorno dei pescatori.
Per ultimo, Grief si scostò dallo stradale, inciampando in un maiale, che grugnì rumorosamente. Spiando attraverso una porta aperta, vide un nativo di una certa età, seduto su un grosso strato di stuoie. Di tanto