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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   JACK LONDON '
   — Semplice gelosia, — ghignò Willie Smee. — Vorreste averla voi e non potete.
   — La ragione è che non so trovare delle camicie di quel genere lì. Scommetterei però che non la portate più via da Fitu-Iva quella camicia. E se non la regalate a Tai-tua vi attirerete l'ira di Tulifau — avvertì Grief. — Meglio non fargliela vedere.
   — Precisamente, — disse il capitano Boig, distogliendo lo sguardo dal faro sulla riva. — Nell'ultimo viaggio egli multò uno dei miei Kanaki di una cintura fantasia e di un coltello a fodero.
   Poi si rivolse al sotto-pilota:
   — Potete lasciar andare l'ancora, signor Mash; non allentate troppo; non c'è vento e domattina potremo trovarci di fronte alle capanne di copra.
   Un minuto dopo, l'ancora scorse giù. Il canotto era già lungo il bordo e la comitiva che andava a riva vi saltò dentro.
   Anche Grief e il nostromo erano nel battello. Alla punta di un'isola corallina, Willie Smee, con una frase di scusa, lasciò il suo padrone e scomparve lungo un viale di palme. Grief prese la direzione opposta, passando davanti alla facciata della vecchia chiesa delle missioni. Qui, fra le tombe sulla