UN FIGLIO DEL SOLE _
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— No, affermò Deacon ostinatamente.
— Ilo contato ogni carta. E' l'unica cosa che ho fatto con precisione. Ne ho ventisei, corno le avete voi.
— Contate di nuovo, — disse Grief. Con cura e lentezza, e dita tremanti,
Deacon contò le carte che aveva prese. Ve n'erano venticinque. Si avvicinò all'angolo della tavola, raccolse le norme scritte da Grief, le piegò e le mise in tasca. Poi vuotò il bicchiere e si alzò. Il capitano Donovan guardò l'orologio, sbadigliò e si alzò pure.
— Capitano, andate a bordo? — domandò Deacon.
— Sì, — rispose il capitano. — A che ora devo mandare a prendervi?
— Verrò con voi subito. Ritirerò il mio bagaglio dalla « Billy » mentre passiamo. Avrei dovuto partire domani per Babo.
Deacon strinse la mano a tutti, ricevendo auguri di fortuna a Karo-Karo.
— Tom Butler giuoca alle carte? — domandò egli a Grief.
— Solitario, — rispose Grief.
— Allora gli insegnerò il doppio solitario, — aggiunse Deacon, poi, con un sospiro.
— E temo che mi batterà anche lui se giuoca come voi tutti isolani.