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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ÙN FIGLIO DEL SOLE
   223
   Grief ebbe a dire più tardi:
   — Se avesse dato in invettive non gli avrei offerto un'ultima possibilità di rifarsi. Siccome invece si rassegnò, tentai di rimediare.
   Deacon guardò l'orologio, finse uno sbadiglio e fece per alzarsi.
   — Aspettate, — disse Grief. — Volete credito ancora?
   L'altro ricadde sulla sedia, fece per parlare, ma non potè; si bagnò le labbra arse, e annuì col capo.
   — Il capitano Donovan qui fa vela all'alba sul « Gunga » per Karo-Karo, — disse Grief in tono volutamente calmissimo. — Karo-Karo è un anello di sabbia nel mare, con poche migliaia di alberi da cacao. Il pan-dano vi cresce, ma non vi si può coltivare nè le patate dolci nè il taro. Vi sono circa ottocento nativi, un re e due primi ministri; questi tre sono gli unici che portano abiti. E' un luogo che si direbbe dimenticato da Dio, e io vi mando una volta all'anno una goletta da Goboto. L'acqua potabile è salmastra, ma il vecchio Tom Butler vi ha passato una dozzina d'anni. E' l'unico bianco che vi sia là, ed ha una ciurma di cinque uomini di Santa Cruz che fuggirebbero e lo uccide-