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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   UN FIGLIO DEL SOLE
   63Ù1
   moa Orientale e iniziò un intrigo per accaparrarsi una porzione del monopolio commerciale delle tre isole di quel re morente. Da Apia, portò parecchi agenti e un carico di generi commerciali, alla Gilberts. Fece capolino a Ontong-Java; ispezionò le sue piantagioni sull'Ysabel e acquistò delle terre dai capi della costa nord-ovest di Malaita. E lungo tutto questo tortuoso cammino, egli fece un uomo della persona di Aloisio Pankburn.
   Questo povero assetato, pure vivendo a poppa, era tenuto ad eseguire il lavoro di un comune marinaio. Non soltanto faceva il suo turno di timoniere e di vedetta e manovrava vele e sartie, ma assolveva anche i compiti più duri e sgradevoli che gli venivano affidati. Regolarmente, dopo essersi appollaiato in alto, sporgeva la persona per raschiare l'albero maestro e lubrificarlo sino in basso. Col pulire il ponte a pietra pomice per sfregarlo con l'albarese, si buscava dei dolori di schiena, ma in compenso si sviluppavano i muscoli già sfibrati. Quando il « Killiwake » gettava l'àncora, la ciurma indigena ne strofinava il fondo di rame coi gusci immergendosi sott'acqua. Pankburn veniva mandato giù a dar il cambio come qualunque altro marinaio.