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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   co
   JACK LONDON
   _ Francis Island, se volete saperlo.
   Bougainville la chiamava Barbour Island.
   _ Si trova lassù, proprio sola nel Mar
   Piccolo dei Coralli, — disse Grief. La conosco. E' tra la Nuova Irlanda e la Nuova Guinea. Un buco desolato, ora; mentre non era abitabile quando il « Flirt » vi portò gli spuntoni e il mercante cinese di perle li contrattava. Il vapore « Castor », che reclutava mano d'opera per le piantagioni di Upolu, vi venne distrutto con tutto il suo equipaggio due anni or sono. Conoscevo bene il suo capitano. I tedeschi mandarono un incrociatore, bombardarono la macchia, bruciarono una mezza dozzina di villaggi, ammazzarono un paio di negri e una quantità di maiali — e quello fu tutto. I negri di laggiù sono sempre stati cattivi, ma specialmente qua-rant'anni fa, quando distrussero una baleniera. Aspettate; come si chiamava?
   Andò allo scaffale dei libri, ne trasse la grossa « Guida del Pacifico del Sud » e cominciò a sfogliare.
   — Sì, eccolo; Francis, o Barbour, — disse a fior di labbro. — Indigeni bellicosi e traditori — razza melanesiana — cannibali. Baleniera « Western » catturata — tale era appunto il suo nome. — Banchi — promontori