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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   JACK LONDON
   Anch'essa, fu erede di circa trentamila dollari di reddito e andò a vivere nella Nuova Zelanda. Io divisi il mio tempo fra la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti, sino alla morte di mio padre, avvenuta l'anno scorso. Egli mi lasciò i suoi danari — un paio di milioni ; ma mia madre mi ha messo alle costole dei gendarmi a cagione del mio vizio di bere. Io valgo dunque molti soldi, ma non posso disporre di un bel niente, eccetto di quel tanto che mi viene assegnato. Ma il vecchio, che mi aveva superato nel bere, mi trasmise i tre spuntoni e i dati ad essi inerenti, e ciò, per mezzo dei suoi avvocati e all'insaputa di mia madre, asserendo che gli spuntoni rappresentavano un'assicurazione sulla vita e che, se avevo l'animo di andarmi a pigliar quel tesoro, ne avrei avuto abbastanza per bere a mio piacimento vita naturai durante. Parecchi milioni sono nelle mani dei miei guardiani, dollari a mucchi, di mia madre che apparterranno a me se essa mi precederà al crematorio; e un altro milione me lo devo dissotterrare io stesso; e frattanto mi tocca elemosinare un paio di bibite al giorno da Lavina. E' o non è un inferno?... anche solo considerando la mia sete!
   — Dov'è l'isola?