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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   JACK LONDON
   Pankburn con eguale calma. — Proseguite, giacche essi sono ora in mio possesso.
   — Certo. Erano dietro il banco di Germano Oscar a Peenoo-Peenee. Johnny Black ve li portò dalla sua goletta la notte in cui morì. Veniva da una lunga crociera in occidente, per la pesca del pesce spada e per il commercio del legname di sandalo. Tutta la spiaggia conosce la storia.
   Pankburn crollò la testa.
   — Continuate, — disse impaziente.
   ¦— Avvenne prima dei miei tempi, certo, — spiegò Grief; — dico solo quello che ho udito. Poi venne l'incrociatore equatoria-no, proveniente proprio dall'occidente e diretto in patria. I suoi ufficiali riconobbero quegli spuntoni. Johnny Black era morto. S'impadronirono del suo compagno e del diario di bordo. L'incrociatore se ne andò verso l'occidente. Sei mesi più tardi, di nuovo diretto in patria, capitò a Peenoo-Peenee. Aveva fallito l'impresa e la storia ebbe termine.
   — Quando i rivoluzionari stavano marciando su Guayaquil, — continuò Pankburn la narrazione, — gli ufficiali federali, credendo impossibile la difesa della città, asportarono la cassa governativa del tesoro, qualcosa come un milione di dollari oro, ma tut-