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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   UN FIGLIO DEL SOLE
   53
   Nacqui in Australia. Fui educato a York e Yale. Sono un maestro d'arti, dottore in filosofia; e non valgo niente. Inoltre sono un alcoolizzato. Sono stato atleta. Solevo tuffarmi dall'altezza di centodieci piedi. Ho diversi ricordi di dilettante. Imparai il colpo strisciato dal primo dei Caviìles. Ho percorso trenta miglia in mare burrascoso. Ho battuto un altro record : ho bevuto, cioè, più whi-skey che ogni uomo della mia età. Sarei capace di rubarvi la liretta per il prezzo d'una bibita. Insomma, vi dirò la verità. Mio padre era americano, un uomo di Annapolis. Fu guardia marina nella guerra della Ribellione. Nel 'G6 era tenente sulla nave « Su-wanee », il cui capitano era Paul Shirley. Nel '68 la « Suwanee » prese carbone in un'isola del Pacifico che non ci tengo a menzionare, sotto un protettorato che allora non esisteva e che rimarrà senza nome. A terra, dietro il banco d'uno spaccio di liquori, mio padre scorse tre spuntoni di rame, provenienti da un bastimento.
   Javide Grief sorrise tranquillamente.
   !— Ed ora, vi so dire il nome della stazione carboniera e quello del protettorato che venne poi, — disse.
   — Anche dei tre spuntoni? — chiese