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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   UN FIGLIO DEL SOLE 49
   no in mezzo ai furfanti e le canaglie del Sud Pacifico, lo nutrì per bene, senza lasciargli mai sospettare l'assenza dell'amministratore.
   Fu parecchie sere dopo questi avvenimenti che Davide Grief, oziando sotto la tenda a poppa del « Killiwake » e distrattamente esaminando le esili colonne dell'« Avant-Coureur » di Papeete, balzò improvvisamente in piedi e fu sul punto di stropicciarsi gli occhi. Era incredibile, ma c'era. L'antico romanzo del Pacifico del Sud non era morto. E lesse:
   « CERCASI - interesse- a metà in tesoro « nascosto valore cinque milioni franchi -« persona da trasportarsi a isola sconosciuta « del Pacifico e facilitazioni per asportare « bottino. Chiedere FOLLY, presso Lavina ».
   Grief guardò l'orologio. Era presto; soltanto le otto.
   — Signor Cariseli, — chiamò rivolgendosi a un uomo che fumava la pipa. — Raccogliete la ciurma della baleniera. Voglio sbarcare.
   La dura voce del comandante in seconda, un norvegese, s'innalzò da prua, e una mezza dozzina di prestanti isolani Rapa cessò il proprio canto per disporsi sul battello.
   — Sono venuto a vedere Folly, il signor
   Uv fialio d''J sfijf, 4