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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   UN FIGLIO DEL SOLE
   47
   che teneva in mano, e che era certamente un antico serrarne da bastimento.
   — Mia madre mi crede qui per distogliermi dal vizio dell'alcool e non sa che ho corrotto il medico per farmi prescrivere un viaggio in mare. Arrivando a Papeete, il mio amministratore noleggerà una goletta e subito salperemo. Ma essi non immaginano che ci sia qualcos'altro all'infuori delle sbornie. Io sì, che lo so. Buona notte, signore. Vado a letto; a meno che — forse — mi voleste fare una visitina in pigiama. Ancora una bibita, sapete?
   II.
   Nella settimana successiva, a Papeete, Grief conobbe diversi tratti di originalità di Aloisio Pankburn, e con lui, tutti gli ospiti della piccola capitale dell'isola. In quella spiaggia nessuno aveva veduto simili stranezze. A mezzodì, difatti, a capo scoperto e con le sole mutandine da bagno, Aloisio Pankburn scendeva sulla via principale, dalla pensione Lavina, recandosi alla spiaggia. Un giorno combattè una partita di boxe con un pompiere del « Berthe » e alla seconda carica veniva messo fuori di combatti-