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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   JACK LONDON
   chè io li lasci in pace. Se protesto, ecco che mi minacciano di privarmi sino all'ultima goccia del mio irresistibile whiskey. Che può fare un povero diavolo? La mia morte sarà a carico della loro coscienza, ecco tutto. Venite un po' giù, a basso.
   Abbandonò il parapetto e sarebbe caduto se Grief non l'avesse afferrato pel braccio. Aveva l'aria di subire una trasformazione, di riprendersi fisicamente, di resistere al vento in modo aggressivo e aveva nello sguardo uno scintillio corrucciato.
   — Non voglio lasciarmi uccidere da loro. E voglio che si pentano. Ho offerto loro cinquantamila sterline, per più tardi, naturalmente. Ne risero, dicendo di non saper nulla. Ma ne so ben io qualcosa. — Frugò nella tasca della giacca e ne estrasse un oggetto che luccicò nella vaga luce. — Essi non conoscono il senso di questa cosa; ma lo so io. — Poi guardò Grief con improvvisa circospezione. — Che cosa ne dite voi, di questo, eh? Che cosa ne dite, voi?
   Davide Grief si rese subito conto d'aver a che fare con un degenerato per alcool, che intendeva far la pelle ad una coppia di giovani innamorati, con uno spuntone di rame, giacche era proprio uno spuntone di rame