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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   UN FIGLIO PEL SOLE
   45
   — E' ben triste, — sospirò — triste, triste! Quell'uomo è il mio amministratore. Gli do l'impiego; gli pago un buon stipendio, ed ecco come lo guadagna.
   — In tal caso, perchè non la fate finita? — suggerì Grief.
   — Non posso. Essa ha riposto il mio whiskey. E' la mia governante « ammaestrata ».
   — E allora, mandate via lei, e bevete tutto.
   — Non posso. Egli detiene tutto il mio danaro; se io facessi una cosa simile, non mi darebbe più neanche la liretta per comprare una bibita.
   Questo doloroso colloquio fu causa di un nuovo sfogo di lagrime. Grief si sentiva incuriosito. Fra tutte le più strambe situazioni, non ne avrebbe mai potuta immaginare una di questo genere.
   — Furono assunti per curare me, — balbettava Pankburn, — per distogliermi dal bere ; e questo è il metodo che seguono : scandalizzano tutti sul bastimento e mi lasciano bere in misura eccessiva. Vi assicuro che non è giusto. Proprio no. Li hanno mandati in viaggio soltanto per non lasciarmi bere e loro mi lasciano sfogare bestialmente, pur-