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Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   JACK LONDON
   gendosi a prua, sul ponte per rimanere più vicino al battello, che procedeva più rapido, — sentite! — chiamò. — Jacobsen mi disse che questo pomeriggio sarebbero scesi a Ga-bera, ove avrebbero caricato patate dolci.
   — Gabera è la sola nelle Solomons che possiede un faro, — disse Grief, dopo che la sua goletta ebbe sorpassata l'altra. — Non è vero, Cap. Ward?
   Il capitano accennò di sì.
   — E la piccola insenatura al di là della punta ha un pessimo ancoraggio, no?
   — Nessun ancoraggio. Tutta una seminagione di coralli e risucchi. Proprio il punto in cui si fracassò il « Molly » tre anni fa.
   Grief rimase sopra pensiero, guardando nel vuoto e come se internamente ordinasse ad alcuno di farsi vedere. Poi gli angoli dei suoi occhi s'incresparono e l'estremità dei suoi baffi gialli si alzò in un sorriso.
   — Getteremo l'ancora a Gabera, — disse. — Ci ripareremo in quel tratto vicinissimo alla piccola baia. Vorrei che voi metteste a disposizione una baleniera, quando saremo vicini, e sei uomini con fucili. Sarò di ritorno a bordo prima di domattina.
   Il viso del capitano assunse un'aria di sospetto, che si mutò presto in un'espressione di rimprovero.