Stai consultando: 'Un Figlio del Sole ', Jack London

   

Pagina (28/320)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (28/320)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Un Figlio del Sole

Jack London
Bietti Milano, 1931, pagine 316

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   28
   JACK LONDON
   Nuove Ebridi ai Banks, e i cannibali cacciatori di teste di Malaita nelle piantagioni della Nuova Georgia. Da Tonga alla Gilberts e via sino alle lontane Lusiadi i suoi recluta-tori spazzavano le isole dagli indigeni disposti a seguirlo e la chiglia delle sue navi solcava tutti gli stretti dell'oceano. Possedeva tre piroscafi per il traffico regolare, ma rara mente li preferiva al primitivo mezzo delle navi a vela.
   Era un uomo sulla quarantina e non mostrava più di trent'anni. C'erano dei navigatori che ricordavano il suo primo arrivo fra le isole una ventina d'anni prima, quando i suoi baffi gialli già ombreggiavano le sue labbra. A differenza degli altri uomini bianchi abitatori dei tropici, Grief c'era venuto perchè amava quei luoghi. La resistenza della sua pelle era eccellente. Era nato per il sole, e al sole resisteva come uno su diecimila. Le arcane e rapidissime vibrazioni della luce non avevano presa su di lui, mentre gli altri bianchi si vedevano distrutta la pelle, i tessuti e i nervi da quel clima micidiale al punto da ammalarsi fisicamente e moralmente, tralasciando ogni buona norma di vita civile e arrivando così all'avvilimento e all'abbrutimento. Di fatti, beveva-