Almanacco Italiano 1904 di

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      Il servo d'un signore Impedito da questo a recarsi a venerare il corpo di San Marco, se ne fuggi e v'andò. Di ritorno il signore ordinò che gii cavassero gli occhi, ma gli spilli si spuntarono: che gli tagliassero le gambe ma fra lo stupore di tutti, il ferro si ruppe o mutò in piombo. Il padrone riconobbe il miracolo, e chiese perdono a Dio e al servo.
      La critica europea registra stupita questo quadro pel tumulto delle sue figure, pel sole che l'inonda. Il Burckhardt dice che qui il Tintoretto oltrepassa i limiti della scuola veneziana. Il Taine dice che solo Bubcns ha saputo del pari fissare l'istantaneità dei movimenti. 11 Blanc esclama che dinanzi a questo quadro impallidiscono per colore gli stessi altri veneziani.
      A questo quadro successe come dell'Assunta di Tiziano. Dapprima non piacque; anzi gli uomini della Compagnia di San Marco che l'avevano ordinato lo discussero tanto, "che il pittore lo riport^ sdegnoso nella sua bottega e si persuase di cederlo solo quando l'opinione pubblica si fu mutata e fu tutta per lui.
      24. - PAOLO CALIARI, detto il VERONESE La cena in casa del Fabiseo.
      (Venezia, Accademia di B. A.).
      Paolo Caliari, nato a Verona, detto perciò il Veronese, nell'anno 1528 da Gabriele, mediocre scultore. Imparò l'arte dallo zio pittore Antonio Badile. Dipinse nella cattedrale di Mantova col Brusasorci, indi si stabilì a Venezia, ove adornò la Biblioteca, il Palazzo Ducale, i palazzi Grimani, Narri, e diverse chiese. Morì in patria il 19 apr.le 1588, nell'età di sessantanni.
      — E necessario mostrare questo dipinto perchè simili cene popolose, con grandi fondi da scenario teatrale, e ia vivace varietà delle figure e dei gesti e la pompa delle vesti e degli ornamenti, e l'abbondanza degli animali e lo sfarzo delle suppellettili furono uno degli argomenti prediletti da Paolo e da lui svolti con maggiore passione e splendidezza. Questa cena in casa del Fariseo (che si trova nella Galleria di Venezia) si vide già nel Refettorio dei Monaci dei Santi Giovanni e Paolo. Il pittore la fece per poco prezzo. In sostituzione d'altra di Tiziano che si era bruciata nei 1571 per imprudenza di soldati tedeschi ubriachi, che si erano acquartierati sotto il refettorio.
      Ed ora una curiosità. La libertà di Paolo veronese nel mettere figure di buffoni, di cani e di pappagalli, nella sacra solennità d'una cena dov'era Gesù, insospettì, proprio per questo quadro, il Tribunale del Sant'Uffizio come se si fosse trattato di un dileggio al cristianesimo. Egli v'andò tranquillo e si giustificò dicendo che aveva fatte tali figure per ornamento pittorico e perchè i pittori
      (come i poeti e 1 matti) si pigliano licenze. Certo il Tribunale non diede grande importanza alla cosa, ma l'obbligò ad emendare il dipinto a sue spese entro tre mesi, cosa che fece mutando qualche aspetto e qualche episodio secondario.
      25. - GIAMBATTISTA TIEPOLO La Vergine in gloria.
      (Venezia, Scuola dei Carmi i i, parte centrale della vòlta'.
      Giovanni Battista Tiepolo, nato in Venezia il 6 aprile del 1696 da Domenico e da Oréetta Giogali. Suo padre era capitano di nave. Furono suoi maestri Gregorio Lazzarini, Sebastiano Ricci, Giovanni Piazzetta e Sante Piatti. Ma il suo precursore e vero maestro fu con lo opere Paolo Veronese. La maggior parte della sua immensa produzione artistica trovasi sparsa nelle chiese di Venezia. Altri suoi capolavori trovansi a Vicenza, Verona, Bergamo, Milano e Madrid. Mori in quest'ultima città il 7 marzo 1770.
      — G. B. Tiepolo è l'ultimo grande artista della scuola veneziana, la quale muore in lui sfavillando. Egli è nello stesso tempo il più grande pittore del sec. XVIII. Come colorista muove da Paolo Veronese; l'audacia del chiaroscuro attinge dal Piazzetta; il tipo decorativo si scorge già nei riquadristi e nei decoratori del suo secolo specialmeute bolognesi; ma tutto egli amplifica con un gusto e una vivacità personale, risentendo anche l'influenza degli effetti delle cosidette macchine teatrali, tanto maravigliose a'suoi tempi. In lui è una grande rapidità d'immaginazione e di esecuzione, possedendo la rara facoltà di concepire le sue composizioni subtto come effetto pittorico. Il concetto, insomma, non era in lui dapprima puramente intellettuale e poi rivestito di forme con ricerca paziente, ma sorgeva, scattava come rappresentazione plastica. Di qui la facilità sbalorditola, di creare superbi contrasti di luci e d'ombre, di tinte smorzate e di tinte vivaci, contrasti che appaiono e sono spontanei, sentiti, immediati, e talora bastano a dare un sentimento che si può dir drammatico all'azione.
      Tutte queste insigni qualità possono avvertirsi nella parte centrale della vòlta della Scuola dei Carmini in Venezia dove i contrasti di linee, di colore e di chiaroscuro raggiungono un'audacia incredibile e ammirabile.
      mrCaYt ^^ BarbantI*Brò(ìai10
      Medico dentistaBOLOGNA, Via Venezia, 3
      Gli olii d'oliva della Casa P. Sasso c F.< di Oneglia sono gli unici perfetti.


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Almanacco Italiano 1904
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 672

   

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