Almanacco Italiano 1904 di

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      16 - BERNARDINO DI BETTO detto il PINTORICCHIOMadonna col Putto
      e ritratto dell'offerente.
      (San Severino Marche, nella Sagrestia del Duomo).
      Bernardino di Betto detto il Pintoricchio,
      nato in Perugia nel 1454 da Benedetto di Biagio ; fu discepolo di Fiorenzo di Lorenzo. Dipinse a Roma in Araceli, in Vaticano e in Castel Sant'Angelo, a Spello la cappella Ba-glioni e a Siena la Libreria del Duomo. Morì in Siena 1* 11 dicembre 1513.
      — La Madonna detta della Pace giovine, bella, soave col collo scoperto nella veste rosa regge con le mani il bimbo che sta ritto sulle ginocchia di Lei. Egli è vestito come un principe e piega la testa florida tra i capelli biondi per guardare e benedire colla destra l'offerente Liberato Bartelli, mentre nella sinistra regge un globo di vetro. Due angeli, anch'essi di rara bellezza, stanno ai lati della Vergine in atto di devozione.
      Alla superba bellezza di tutte le figure corrisponde quella del paesaggio che s'intravede pure dietro le aureole, sepolto in una penombra di crepuscolo con predominio di toni verdi e azzurrognoli, diffusi pure sopra gli edifici.
      Se il Pintoricchio avesse dipinto a lungo, così; se il cumulo dei lavori, in ispecie di decorazione, non l'avesse reso in seguito trascurato e talora anche grossolano; se i dispiaceri procuratigli infine dalla moglie non avessero conturbata l'auima sua, se, insomma, la sua arte, raggiunta questa vetta, fosse riuscita, se non a salirne un'altra più eccellente, almeno a rimanere lungamente in essa, nessun pittore umbro e pochi tra gli itahani del tempo, avrebbero certo meritata lode di maggior grazia, finezza e venustà.
      17. - BEBNARDINO LUINO La salma di Santa Caterina
      portata al sepolcro dagli angioli.
      (Milano, Pinacoteca di Brera).
      Bernardino Luinl, nato a Luino presso Varese, intorno all'anno 1470. Uscito dalla scuola del Bramantino, sentì pure qualche influsso dell'aite Leonardesca. Egli lavorò molto in Milano, in Saronno e in Lugano. Morì nel 1531 o 1532.
      — Molte pitture e poche notizie si hanno di questo pittore lombardo che il nome indicherebbe derivato da Luino paesetto sulla riva orientale del Lago Maggiore. Il Luini è un seguace dell'antica scuola lombarda e in ispecie del Borgognone e del Bramantino più che di Leonardo. Solo nella sua seconda maniera (circa 1510 si scorge l'influenza del poderoso artista toscano, la quale va poi fondendosiman mano nel sentimento proprio del Luino che verso il '20 si afferma nella cosiddetta maniera bionda. 11 Vasari le dice 14 pittore delicatissimo e molto vogo, come si può vedere in molte opere che sono di sua mano in Milano ed a Saronno e in altre storie che sono nella chiesa di Santa Maria, fatte a fresco perfettissimamente. Lavorò anco a olio molto pulitamente e fu persona cortese ed amorevole molto delle cose sue; onde se gli convengono meritamente tutte quelle lodi che si deono a qualunehe artefice che con l'ornamento della cortesia fa non meno risplendere l'opere e i costumi della vita, che con l'essere eccellente in quelle dell'arte. „
      Per noi questo semplice affresco che riproduciamo, derivato dalla villa detta la Pe-lucca presso Monza, è l'opera più soave e più bella del Luino. Gli angeli, che sorreggono il corpo teso di Santa Caterina, discendono veramente dal cielo, e costituiscono, nel complesso del gruppo, una novità della più alta poesia.
      18. - MICHELANGELO BUONARROTI Ll Creazione della Donna.
      (Roma, Cappella Sistina al Vaticano, nella vòlta).
      Michelangelo Buonarroti, detto fiorentino, ma nato nel castello di Caprese in Casentino dal podestà Lodovico Buonarroti-Simoni e da Francesca di Neri di Miniato del Sere 11 giorno 6 marzo del 1475. Furono suoi primi maestri Davide e Domenico del Ghirlandaio. Pittore, scultore, architetto, riuscì sommo tn tutte e tre le arti. Innumerevoli sono i capolavori del suo genio che ammiranst specialmente in Firenze e in Boma. Fu anche valente poeta. Morì in Boma il 18 febbraio 1564, e fu sepolto in Santa Croce a Firenze.
      — La vòlta della Sistina è forse la più grande concezione pittorica del mondo. Michelangelo, se ammirava l'arte classica, non le si teneva però stretto come espressione e come concetto. Gli antichi avrebbero figurato un'accolta di Dei, un Olimpo, ed egli avrebbe potuto figurare uua gloria di santi. Ma la sua mente palpitava nutrita d'alte letture e d'altre preferenze. Sappiamo infatti ch'era grande studioso di Dante e nell'anima sua avevano aperta larga breccia le parole infocate del Savonarola. Non una sola figura gli era perciò argomento di mero diletto pittorico, ma tutte dovevano apparire con lo spirito assorto nella meditazione dei misteri biblici e dei destini riservati alle creature. Le sibille dai nebulosi apotegmi, i solenni profeti preconizzanti immense sciagure umane, rovine di città e di regni, e l'avvento di nuovi eroi della fede, incorniciano il grande soggetto della creazione del mondo: l'Onnipotente che, con l'aprir delle braccia, scinde le tenebre dalla luce; che passando a volo presso l'uomo ef T fi A Ti TI T T T aumentano e si conservano con la ^^
      [1 li Art il LI CHININA ^MIGONE ]L ( Vedi annunzio di fronte al frontespizio). È


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Almanacco Italiano 1904
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 672

   

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