Almanacco Italiano 1904 di

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      de ideale inlstko del Medio ;.vo. l'ero l'arte nuova gli offre colori e forme che si possono dire primaverili.
      E come potrebbe chiamarsi altrimenti che primaverile l'Annunciazione riprodotta? Il paese a destra col prato fiorito e gli alberi diritti e lievi; il portichetto architettato con regolare timidezza, l'angelo che accenna ad inginocchiarsi, la Madonna che ascolta attonita la gran novella.... tutto ha il sapore fresco, ingenuo, quasi infantile della Natura quando si risveglia ai primi tiepidi venti di aprile.
      4. - TOMMASO GUIDI detto il MASACCIOAdamo ed Eva
      scacciati dal Paradiso Terrestre.
      (Firenze, Chiesa del Carmine, Cappella Brancaeci).
      Tommaso Guidi detto Masaccio, nato in San Giovanni di Valdarno il 21 dicembre 1401 da ser Giovanni di Simone (Guidi) e da Jacopa. Suo padre era notaio. Fu discepolo di Ma-solino. Nella sua breve vita si immortalò con opere superbe quali trovansi in Pisa, in Roma e sopratutto in Firenze. Mori in Roma nel 142S.
      — Tutto il secolo XIV era rimasto fedele alle formule pittoresche di Giotto; ma, come succede d'ogni cosa non rinnovata o rinfrancata di forze nuove, tali formule erano andate man mano decadendo, sino all'umiltà e alla miseria. Senza un alito d'aria nuova e pura, la pittura italiana sarebbe perita, com'era pel-ita la scoltura francese del sec. XIII.
      Per fortuna della nostra grandezza artistica, sul limitare del secolo XV i pittori intravidero la via per cui mettersi, la quale conduceva alla norma eterna dell'arte, allo studio del vero. Contemporaneamente, nelle Marche, nella Toscana e nel Veneto, sorsero artisti rivolti, quantunque con estrema timidità, al nuovo ideale. Essi, Insieme alle forme di tradizione giottesca, tentarono il ritratto realistico.
      Ma spettava a Masaccio il merito insigne di staccarsi da tutto un passato e di conquistare la verità. Tale merito, già riconosciuto da Leonardo, da Michelangelo, dal Vasari, ec. gli ha confermato la critica moderna. Egli è uno degli eroi dell'arte italiana, e meriterebbe il titolo di Redentore. La cacciata d'Adamo ed jEva dal Paradiso terrestre, bastano a farne fede, tostochè si confrontino i due mirabili nudi ai nudi dell'arte anteriore.
      5. - FRA FILIPPO LIPPI La Versine che adora il divino Fanciullo. (Firenze, Galleria degli Uffizi).
      Filippo (Frate) Lippi, nacque in Firenze nel 1400 (?) da Tomaso, beccaio, e Antonia di ser Bindo Sernlgi. (Entrò nel 1414 nel Con-
      vento del Carmine e vi professò nel 1421). Nelle sue opeie appaiono evidenti gli influssi dell'Angelico e di Masaccio. Dipinse nella cattedrale di Prato; in Napoli pel re Alfonso, in Firenze pei Medici e nel Palazzo della Signoria, in Arezzo, in Pistoia, ec. Mori il 9 ottobre del 1469 in fipoleto, e fu sepolto nella cattedrale di quella città.
      — Filippo Lippi è ascritto alla scuola di Masaccio, e a tale maestro e alla sua scuola naturalistica deve certo il seniimento della vita nella composizione, la grazia nell'esecuzione dei più minuti particolari, la verità del carattere mirabile nei ritratti. Nella concezione dell'insieme egli però s'accosta meglio al Beato Angelico, e così il connubio d'un sano naturalismo con la grazia e talora con la solennità, pone Filippo tra i maggiori artisti toscani della più bella Rinascenza.
      Il quadro che riproduciamo, conservato nella Galleria degli Uffizi, presenta le sue migliori qualità nella soavità quasi infantile della Madre adorante, nella floridezza del putto e nella grazia dei due angioletti che lo sostengono. Il colorito, quasi tutto di lievi toni opachi, non è meno delizioso.
      6. - PIERO DELLA FRANCESCA La Vergine col figliocircondata da angioli e santi e adorata da federico di montefeltro.
      (Milano, Pinacoteca di Brera).
      Piero Della Francesca, nato a Borgo San Sepolcro in Toscana, l'anno 1406 da Benedetto dei Franceschi e da Francesca di Perino. Non si conosce la condizione del padre suo nò chi fosse il suo primo maestro. Lavorò con Domenico Veneziano nelle pitture di Santa Maria Nuova in Firenze. Le sue opere più importanti trovansi nella città nativa, in Arezzo, in Urbino, in Pesaro, in Ancona, in Ferrara, in Rimini e In Roma. Lasciò un trattato di Prospettiva, dove si rivelò anche insigne matematico. Morì in patria il 12 ottobre 1492.
      — È Pier dei Franceschi di Borgo San Sepolcro, più conosciuto col nome di Pier della Francesca, uno dei tre colossi della prospettiva (gli altri due sono Andrea Mantegna e Melozzo da Forlì).
      Scolaro di Domenico Veneziano, egli seppe presto raggiungere una personalità propria nei tipi, nel modo di colorire, nelle architetture del fondi. I volti non sono sempre distinti, ma sono sempre grandiosi, solenni ed energici. Gli angeli, dai capelli biondo-cliiari, serii diritti e ben piantati eccellono per nobiltà.
      Anche nel colorito (abblam detto) è personale : il chiaroscuro piazzato senza rn^lie, in piani piuttosto larghi, gli consente un modellato plastico.
      Il quadro di Brera, d'una conservazione prodigiosa, consento di vedere l'artista inL
      Per l'igiene e la cura della testa usate laCHININA - MIGONE
      (Vedi annunzio di fronte al frontespizio).


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Almanacco Italiano 1904
Piccola enciclopedia popolare della vita pratica
di
Bemporad Firenze
1904 pagine 672

   

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