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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   capo ni. 103
   sieri e fra-si moderne. Restano del Savioli oltre gli Amori aleuni sonetti ed una canzone, Pie li la poesia più bella di quel secolo prima che si mostrassero Farmi ed Altieri.
   Alfonso Varano nelle Visioni eede al Savioli di eleganza, ma lo supera nella forza della immaginazione. E stato suo gran fallo vestire le idee della forma .ella visione, non si accorgendo quanto i tempi fossero eangiati da quelli di Dante, ia sua imitazione pertanto è più della eorteceia ehe della sostanza di Dante, ehe si giovò della visione perchè rispondeva ad una eredenza del suo seeolo. Mi conviene anche dire ehe al Varano manca quella intensità di affetto che condensa pensieri e parole; e però eomc il Chiabrera di Pindaro, egli non ha colto di Dante ehe le fronde. Ma tanta era la sazietà delle eiancie di Arcadia, ehe quelle Visióni parvero un prodigio, e bastarono a risuscitare negl'Italiani lo studio della Div«a Commedia. Che se il Monti nella lettera al Bettinelli le chiamale Visioni del gran Varano, uno dei monumenti più preziosi della nostra gloria poetica, conviene notare che il Monti, difendendo il suo concittadino, difèndeva sè stesso
   Staff0 abUS° dÌ qUelk f°rma ne' SU0Ì Poemetti- Mettere poi'il Varano a fianeo di ShakBpeare, eome fa nella stessa lettera, dimostra come nella età del Monti poco si conoscesse la grandezza del tragico inglese, che non usa della visione come di un giuoco di fantasia, ma eome di una condizione dell' anima fortemente agitata dal rimorso o dallo spavento. Farò brevemente l'analisi della Visione settima, eh'è sul Terremoto di Lisbona, ed è giudicata delle migliori.
   Il poeta dice che nel mese di novembre era uscito dal porto di Genova per andarsene sulle salse acque di Gallio, ai lidi di Spagna; quando da una grossa burrasca fu spinto fuori dello stretto di Gibilterra alla foee del Tago, ove la nave diede in uno seoglio e si sommerse. In questa descrizione non mancano toc-eln di grande, verità: i marinari ehe salgono per le seale di eorda a raeeogliere le vele ; il piegarsi della nave sopra un fianco e 1' affollarsi dei passaggeri sul haneo. opposto per rimettere l'equilibrio, il barcollare di tutti gli oggetti agli oe-bl di chi è useito di freseo dalle onde; ma la terzina è ben lontana dalla brevità ed evidenza dantesca. Sul lido di Portogallo il poeta incontra un uomo ehe vedendo i crini di lui misti di sabbia e i panni, onde stillando scende Lì alt' acqua ancor si aceorge eh'era un naufrago. Il poeta lo prega ehe lo guidi ad una chiesa iella Madonna perehè vuole ringraziarla dello seampato pericolo. Mentre prega vede gli oeehi della Vergine lagrimare tre volte. Va quindi colla guida ad un albergo, ove pieno di funesti presentimenti si adagia per dormire. Il sonno gli chiuse le ciglia di papaveri coperte, e forse, diee, avrebbe dormito finehè il sole le fiamme avesse a'to diffuse, se un sogno, in eui gli parea di vedere -rumare e profondarsi l'al-oerg.o, non lo avesse destato. Lo narra alla guida, la quale, dopo avergli narrato le vf ende ehe di mercatante rieehissimo lo condussero a vita penitente nella vicina solitudine, gli rivela come per due notti anehe a lui fosse comparso in sogno il profeta Ezechiele minacciante lo sterminio della peecatriee Lisbona. La guida conduce quindi il poeta a vedere • quella eittà prima ehe le ruine la seppelliscano; e qui il poeta spiega alla guida 1' origine de' terremoti secondo la fisica di allora. Mirano da un eolle la città colle sue torri scabrose per vario scalpello ll>cche dei globi d'or le cime auguste; mirano il porto, ove l'Afre, Americane, Inde bandiere, E Perse ed Europee nelV aure molli Volteggiavan pieghevoli e leggere. Era il mezzogiorno, quando uno stridore di penne li toglie a quella eontomptazione, e nel levare degli oeehi veggono un angelo ehe portava un aureo, turibolo e lo empieva di fiamme tolte da un altare, ove sedeva l'Agnello i vino. Di quelle fiamme eeeo eaclere in terra una striscia orribilmente chiara che aecese i zolfi ed i bitumi nascosti nel grembo terrestre, i quali divampando scorsero anche i più sodi lochi. Segue l'urlo dell'intera popolazione; lo campane che non tocehe dan segno verace, e le torri più ferme nella serena aria ondeggianti. In men che scorra una sei volte in diece Divisa parte di