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migliori, e finalmente alla genovese feconda di buoni coloritori e di o
11 difetto principale della Storia del Lanzi è il difetto eomune a tutti coloro che scrìvono di un'arte non praticata da loro, per cui sono costretti a giovarsi dei giudizi altrui Ha sparso per la sua opera molti precetti attinti dai libri ma gli manea quel calore che l'entusiasmo unito alla esperienza infonde alle scritture II lUfcUfci e lo stesso Vasari trascinano il lettore; il Lanzi esattissimo nell' indicare le menomo gradazioni della maniera delle diverse scuole, non riceve nè trastonde in altrui quella scossa che ne avverte della presenza del bello e ne dispone alla creazione di nuove bellezze
o il rLÌIÌ0 Burf1?C C1?1,0'179^ di Smacchio, 1'Agatopisto Cromaziano,
0 1 Bu, Pedagogo flagellato dal Baretti, nulla più resta. Dopo avere messi in sa iia! piùvinosi sistemi di filosofia volle serivcre una storia di questa scienza coando e spesso falsando il Brucker per averne vittoria nelle confutazioni. Innamorato di Luci mo e di Voltaire affetta i loro sali quando son più fuori di luogo •
iti G POmP°r° d,°Tf 81 riehiede Stile Piano e Preciso, il Buonafede ha fatto un .pomo mise ugl io delle più alte dottrine e delle più velenose invettive contro
filosofia!'' mgegn° 6 6arattere 1 raeno aeeonei che mai fossero a scrivere di
Omero nel libro undecimo della Odissea fa che le ombre de' morti, bevuto il sangue di alcune vittime, si presentino ad Ulisse eome corpi vivi e narrino diste-amente i casi loro. Io non so fare tali miracoli; e però mi è forza lasciare tra
? Ten,d0 non.furono affama di buonipoetio prosatori.
1 Un sefol° fu P1U feeond° di scritti men che mediocri e prodigo di titoli dovuti solante a massimi ingegni: ogni città avea il suo nuovo' Alceo, la sua nuova
Ìtli, ,o t>r.V0W l° TU1I1°; ad AnSel° Mazza di Parma si coniò me-oassita npl 1 Fornero viventi- ora nè un sonetto, nè una ode intera di lui c
S iil it! PST10. della n0Stra le'eratura. Chi ricorda più il conte Gastone ciana Ione di Rezzomco, comasco, editore delle opere del Fru-oni e più fruc-o
1 ano del maestro? Chi legge la Giornata villerecci di ClementeBondi^Par^, distruX tWlte77VerS10m dl Virgilio e di Ovidio? Chi non vorrebbe non solo
seo e^InlV«1 U> ™S?fto 11 11 'omo di Giambattista Casti, di Montefia-done senza siile nelle liriche, ed annacquato negli Animali parlantif Chi non
1 t V bU°n Srete mZZard0' Gian Carl° Assereni, stemperasse il suo in-legm, mirabilmente fatto per l'apologo, nei centun canti del sjCicerone Èparimenti prolisso nelle Favole e Novelle Lorenzo Pignotti, di Arezzo, più retore a^ora nella sua Storia della Toscana. Certa virgiliana 'purità di pSnSiSro e di If^Jfc1* qf ?' n°n .raccomanda abbastanza ai posteri la Coltivazione ittlsZ slffi^eo Lorenzi, veronese, nè la Coltivazione del riso di Giam-
modrIsP Pr S?!1' dl fr°na; Parimenti 11 ^rso faticosamente limato del modenese Luigi Cerreti non ha più ammiratori. Di Paolo Rolli (1687-1767) ro-
Tnel-t wUt° 1 ^fP/11. ^terra, si leggono ancora con diletto le W tonettc. la notissima Solitario bosco ombroso, messa in musiea, fu de' primi versi
lil°nnaSSerraI1 0VeCt° dÌ G°ethe fanCÌulI°' 1 SUOi endecksillabi non hlnno S^S r pV1Cn- alJato' ma conun'aria un po'più forestiera, Aurelio Bertola, '2dl Rl™m> t6 S?ttafa la COe°lla di olivetano, dopo molte vicende fa ; nt, nT V -1, %NaPoll> dl cui descrisso in brevi eomponimenti gli ameni ' gF° nf\S™™™> ove conobbe e sulle rive del Reno che
co no rnt^P' J01'^.?0' temPra d'ir^no idil anaereontico
elrR0 er T1Vne}n FlWJÌa della St0ria n0a s'intende, se non pensando t;1 Laufilo Peno e scriveva sonetti nello stile d'Arcadia. Contonde la
Wno m°40 Mi ,ert0la nel genere g.Tl0S° e le-'ero Giaeomo Vi'orelli di
insano (1 (éJ-ltfJj). Le sue canzonette si dicono malamente Anacreontiche, lontane come sono dalla maniera larga e sicura del greco poeta. Il Vittorelli ama