ycj capo iii.
Filosofava sui fatti; ma la messe eh' egli ne aveva raccolta non era uè copiosa, 4 depurata; quindi la poca credibilità delle sue deduzioni. Questo lavoro gli c< ito dieci anni di studio: va dalle primissime origini etnische fino alla pace di Jtrecht ; la giunta che più tardi vi fece dalla pace di Utrecht al 1*2, e un semplice H E che ha qualche valore soltanto perchè tratta di tempi pm vicini noi. 11 Botta tanto benevolo alle Rivoluzioni d'Italia, non ha che parole di biasimo por U storia dell'Italia occidentale dello stesso Denina nella quale non .i scorge alcun brio ne buono ordinamento di materie, ne scintilla alcuna di bello e buono stile Nelle stesse Rivoluzioni lo stile è piuttosto andante che corretto; ma cero m tliore che negli altri scritti del Denina. Nel 1782 uscì dal Piemonte e trovo Heta accoglienza presso Federico di Prussia, pel quale imprese a scrivere la Stona delle Rivoluzioni della Germania. Gli era tornato noioso il vivere in patria per le stesse cagioni che giustificano il volontario esigilo d'Alfieri. Il D*nna aveva consegnato ad uno stampatore di Firenze un manoscritto senza eh ederne prima licenzi al suo re; una legge puniva questa mancanza colla rilegatone e colla perdita d'ogni officio e pensione. A Berlino scrisse molto m francese; quello chd de tè in italiano si scosta più ancora dal retto e bello scrivere Tento 1 epopea colla Russiade, poema in prosa, ove si celebrano# le imprese dijPietro il Gram e Non occorre dire come fatti tanto recenti e conosciuti non ammettano, che a stento, la finzione poetica, ma anche senza ciò la narrazione procede languida e diffusa che più non è nell'Ica liberata del Trissino. Visse gli ultimi anni m Parigi, bibliotecario del primo Napoleone, al quale nel 1804 era stato presentato a Magoni. Se l'imperatore avea letto le adulazioni del Denina a Federico II, che chiudono il quanto ed ultimo volume della Storia politica e letteraria della Grecia, non è meraviglia che lo pigliasse a' suoi stipendi!. Scrittore infaticabile ma poco colto e leggero, il Denina nelle Vicende della letteratura e nella Prussia letterata, abbraccia lo spazio di venti secoli; ma il modo con cui compone -a i suoi libri, s ?uò desumere dalla sua Bibliopea, ove l'arte del far libri s'insegna come un qualsiasi mestiere meccanico. Era buono di cuore, ma vano. Fatto dal re ftamslaJ canonieo di Varsavia, portava all' occhiello un nastro violette. A Parigi lo mulo in un nastro più rosso per farsi credere cavaliere della Legione d onore; ma poito
nella tomba il suo puerile desiderio. #
In tutti gli scrittori, di cui sono venuto parlando m questo capitolo, mane a la profondità della dottrina, alla quale si cercava sostituire il bagliore d un accattato filosofismo. E pure quello era il secolo glorioso dell erudizione, iniziato da Maffei, Muratori, Zeno, e continuato in ogni città dalla pazienza di scuri storie , che preparavano la via al Gibbon, al Roscoe, al Ginguene e al S.smonci. Scpne sollevarsi sopra questa folla Girolamo Tiraboschi (17314794) Jsuita, di Bergainol Contro gli esempi della scuola gesuitica, non cerco fama nel e grazie facili de lo stile, mì si accinse all' erculea fatica di scrivere la Storia della letteratura ital liana, dalle origini etnische e latine al principio del secolo decimotW In undici anni condusse a fine un lavoro, che per la sua immensa erudizione si credere )be asci d da-li studi congiunti di molte accademie. Gli Annali del Muratori gli porsero il «d della narrazione; i lavori speciali di Giacinto Gimma, di Bari, che cnsse L vdca della storia letterata d'Italia, di Mario Crescimbeni, di Giusto Fontaruni. di Pier Antonio Serassi, di Gian Maria Mazzuchelli, di Lorenzo Mehus, di Marco loscarnn e di altri dottissimi lo giovarono nei passi più scabrosi della materia. Dice nella Prefazione, ch'egli prendeva a scrivere la storia della letteratura italiana non la storia dei letterati italiani. Veramente non può dirsi che abbia mantenuta la promessa, poiché dissertando a lungo sulla vita degli autori e del tempo della pu I blicazione de' loro .eritti, di rado entra a parlare de'libri stes i; il che se talvolta gli vien fatto, è sempre leggermente. Eppure avendo prescelto il metodo ti seguire bensì l'ordine cronologico, ma di dividerlo in alquanta epochd ristrette ad uno o più secoli, ed in esse ragionare partitamele di ciascuna scienza ed arte,,