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Storia della Letteratura Italiana
Il Seicento
Bernardo Morsolin
Francesco Vallecchi Milano, 1880, pagine 170

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a cura di Federico Adamoli

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   170 conclusione,
   ehe si voleva pure innovare la letteratura. Si lasciò piuttosto di avvertire che a ciò non avrebbe bastato l'unica forma, fintanto ehe si fossero imitati nella sostanza gli antichi, tratti i soggetti dalla mitologia, cantato l'amore alla platonica, trasformati i Santi del Cristianesimo in altrettanti eroi d'Atene e di Roma. La vittoria non parziale, ma piena eontro 1' autorità si consegue invece nel campo della scienza. L'esperienza e l'osservazione, atterrato l'idolo d'Aristotele, scoprono nuovi mondi nel cielo, nella terra, in tutti gli esseri del ereato. Sta ne'nuovi trovati l'essenza, ehe avrebbe potuto informare e render gigante la letteratura.
   Non ò vero adunque, ehe nell'età, di cui si ò tessuta la storia, mancassero gli elementi costitutivi dell'arte. Mancò piuttosto ehi comprendesse la necessità, o possedesse, a dir meglio, il valore di stringerli in conveniente e adatto connubio. Quando pertanto dalla critica siasi fatto capire, ehe la parola non può costituire da sola la letteratura, s' avrà allora 1' arte vera, ehe rinnovoliatasi con lo studio dell'Alighieri, negletto oltre ogni dire nei seeolo XVII, riconosce a grandi maestri il Gozzi, il Parini, il Monti, l'Alfieri, il Foscolo, il Leopardi e il Manzoni.