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Storia della Letteratura Italiana
Il Seicento
Bernardo Morsolin
Francesco Vallecchi Milano, 1880, pagine 170

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a cura di Federico Adamoli

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   1G8
   CAPITOLO UNDKCIMO.
   dulia dolcezza dei modi e delle rare virtù religioso c morali, di eui porse in si stesso uno splendido esempio.
   Degno emulo del Gori fu Giambattista Passeri, nato in Farnese di Gubbio il 1G1U. Il raro valore nella giurisprudenza, di eui attinse i prineipi dal Gravina, procacciò a lui onorifici uffici nelle più alte magistrature di Pesaro, di Bologna e di Ferrara. Ma eon lo studio delle leggi era stata coltivata da lui, ain da'primi anni, anche l'antiquaria. E alla singolare perizia in quest'ultima più ehe alla destrezza nel maneggio della pubblica eosa, è dovuto se il nome di lui ebbe a spiccar tra i più celebri del tempo. Molti sono gli scritti eli'egli ha lasciati, di varia erudizione. Il primo forse a metterne in rilievo il raro sapere fu la illustrazione delle lucerne di terra cotta, le quali facevano parte di un Museo, raccolto da lui nelle sue case. La singolare dottrina spiegatavi nel dimostrarne la eccellenza del disegno e dell'esecuzione, utilissimi alla conoscenza della storia de' tempi, gli valse fin da principio la stima e l'amicizia del Gori. Il u Tesoro delle gemme astrifere » c le u Simbolo letterarie » di quest' ultimo s'ebbero dal Passeri nuova luce e nuovo incremento. Dove per altro spiccò maggiormente l'ingegno del dott'uomo, fu negli studi delle cose etrusehe. Le materie ch'egli vi trattò di preferenza, sono i sigilli, le monete, l'architettura, la musica. Anehe non immuni da qualche vaneggiamento, le opere di lui non voglionsi pretermettere da chi si rifaccia a studiarne i vari argomenti. Onorato quanto il Gori da Accademie e da Sodalizi letterari italiani e stranieri, mori il Passeri nel 1780 in età molto inoltrata.
   Gli studi della filosofia e delle matematiche non sono gli unici, ai quali attendesse Odoardo Corsini nato in Fanano di Modena il 1702 e morto in Pisa nel 17G5. Il nome di lui va ricordato tuttavia per i a Fasti Attici », dove si svolge tutta, si può dire, la storia d'Atene, non esclusa quella della filosofia e delle arti belle. L'opera ò divisa in due parti. L'istituzione, il numero, le variazioni, gli ulfici degli Arconti, il Senato, i templi, le feste, la divisione dell'anno, de' mes de' giorni sono le materie di eui si ragiona nella prima parte. Nella seconda, ove si svolge la storia d'Atene dalla prima alla trecentesima Olimpiade, non è legge, non pace, non guerra, non avvenimento, non impresa memoranda, che non attingala sua luce. Di eerti argomenti si può asseverare, senza tema d'errore, che sia stato primo il Corsini a parlarne con piena cognizione. Maggior grido levarono di lui le a Dissertazioni Agostiniane », dove oltre i mesi de' Macedoni, de' Greei e de' Romani, sono determinate con rara precisione le diverse stagioni, in cui si celebravano i giuoeh' olimpici, i pitici, gl'istmici, cinemei. Lavori assai pregiati del Corsini sono ugualmente gli scritti, in eui si dichiarano trecento e più iscrizioni greche, avute in dono dal Maffci, e si discorre magistralmente delle monete degli Ateniesi e di non so quali altre nazioni. Ultimo frutto degli studi del Corsini ò la £1 Series Prae-fectorum Urbis » dalla fondazione di Roma all'anno secentesimo dell'era cristiana. L'illustrazione di parecchie lapidi e di molti luoghi di scrittori accreditati fa fi che l'opera di lui torni proficua del pari alla storia profana e alla saera.
   Parecchi tra gli eruditi, de' quali s'è fatta parola, parteciparono alle Aeeademie di Cortona, d'Ercolano e alla Colombaria di Firenze, istituite eon lo scopo d'illustrare i monumenti dell'antichità. Ebbero a compagni di studio e d intendimenti lo Zarillo, il Carcani, il Ronca, l'Ignara, il Galliani, il Paderni, il Pianura, il Castelli, l'Aula, il Monti, il Baiardi, il Giordano, il Valletta, il Pratillo, il Tanzi, fi Della Torre, il Cercati, Marcello e Rodolfino Venuti, :il Martorelli, il Clieceozzi, il De Rossi, il Paeiaudi, c altri non pochi. Ma i loro scritti più che per buone dottrine sull'antichità sono pregievoli per parziali commenti sugli usi e su' costumi de' popoli. Del resto v'è povera la critica nello studio de' monumenti, scarsa l'applicazione della logica ai fatti operati, nullo, o quasi nullo il giudizio, ehe risulta sopra tutto da' confronti, c lontano per conseguenza quell'indirizzo di leggere negli avanzi dell'antichità la storia dell'uomo, a cui giunse più tardi Ennio Quirino Visconti.