L'EIIUDIZIONK.
<• De re vcfstiaria », seguita dall' « Anaeleta », un trattato sulla stessa materia, e dalle dissertazioni « De lueernis sepuleralibus veterum, De Pantomimis et Mlmis, le balneis et gladiatoribus », e i due libri « Eleetorum » furono lodati e ristampati più a olte in Italia e al di fuori. UFerrari, oltre ehe erudito, sa mostrarsi in essi superiore a' pregiudizi del tempo. E notevole sopra tutto il eoraggio col quale si fa a provare eontro l'opinione comune, ehe le lampade, dette sempiterne, perehe credute ardenti in perpetuo e senza perieolo d' estinzione, non erano clie il parto d'una popolar fantasia. Le novità, introdotte specialmente nell'insegnamento e fa- ' vorite da' dotti e da' Riformatori dello studio di Padova, non lo salvarono da morsi dell' invidia. Questo fatto non valse però a turbargli la tranquillità della vita chiusasi in Padova il 1682, nè a scemargli le lodi egli onori de' eontemporanei.il Ferrari ebbe ad ammiratori il Chapclain e il Le Clere, a mecenati munifici Luigi XIV, Cristina di Svezia e i propri eoneittadini, i quali lo retribuirono, con un annuo assegno, d'una storia di Milano ch'egli dettò appena in parte e laseio di puboliearo per tema di riuscire men grato a'potenti.
Le gravi censure, fatte dal francese Tristano all' « Istoria augusta da_ Giulio Cesare a Costantino il Magno, illustrata con la verità delle antiehe medaglie » da Franeeseo Angeloni da Terni, morto in Roma nel 1652, trasse Giampietro Bellori, vissuto dal 1616 al 1696, a pigliarne le difese eoi « Bonino, ovvero Avvertimenti storici al Tristano » e con le note, delle quali corredò una nuova edizione dell opera del dotto antiquario. Ma più ehe per queste, il nome di lui, noto, eome già s'è veduto, per le « Vite de' pittori, scultori e arehitetti moderni », va ricordato per le erudii dissertazioni sulle medaglie d'Efeso, degli Antonini e d'altri imperatori romani, per le note illustrative della Colonna Traiana e degli arehi ehe si eon-scrvano in Roma, e per gli seritti molteplici sulle gemme antiche di Leonardo Agostini. un dotto antiquario di Siena, intorno alle pitture del sepolero eie'Nasoni, alle immagini de' poeti e de' filosofi greei e romani, a una statua della Dea Sina e a sepoleri degli Etruschi e de' Latini. Tra' molti che illustrarono le iscrizioni delle single città °dove nacquero o condussero la vita, non voglionsi pretermettere Ottavio Rossi, Carlo Malvasia, Giaeomo Filippo Tomasini e Sertorio Orsato Del Rossi sono le a Memorie Bresciane », pubblicate sin dal 1616. L'opera intitolata « Mar-mora Felsinea », ridondante forse d'erudizione soverchia, rese celebre, a' suoi tempi, ;i nome di Carlo Malvasia, vissuto in Bologna ov'ebbe ì natali, dal 1616 al 16J3. Una luee non pieeola sulla storia degli antiehi gettano, ancorché non immuni d'orrori la u Raccolta » delle iscrizioni padovane del Tomasini, morto nel 1654, i u Marmi eruditi » e i due seritti latini, l'uno « Monumenta Patavina » 1 altro « De notis Romanorum », inseriti nella grande collezione del Grevio, di Sertorio Orsato, uscito di vita nel 1678 in età d'anni sessant'uno.
Profondo nelle cose antiche del Lazio, quanto forse nessun altro de eontempo-ranei fu Raffaello Fabbretti, nato in Urbino il 1619. Trasferitosi dalla patria, ov ebbe l'istituzione letteraria e la laurea in giurisprudenza, a Roma, seppe farsi ammirare, giovanissimo aneora, non tanto per l'acume dell'ingegno eia molteplicità della dottrina, quanto per la prudenza e la destrezza nel maneggio de' pubbliei attori. Molti furono gli uffici ne' quali si diportò, anche in congiunture difficili, eon raro valore. Diplomatico nella Spagna, uditore nella legazione d'Urbino, giudiee delle appellazioni, tesoriere, esaminatore del clero, segretario de' Memoriali, canonieo del a Vati-eana prefetto de' cimiteri sacri, e dell' Arehivio di Castel Sant'Angelo soddisfece pienamente all' aspettazione che s' era riposta in lui da parecchi pontefici. Ma la riputazione maggiore gli venne dagli studi dell'antichità, a'quali attese^mdetessa-mente sino alla morte, sopravvenutagli in Roma nel 1700. Narrano i biografiche, sollecito di raccogliere da per sè stesso ogni maniera d'iscrizioni antiehe, perlustrasse instancabile l'intero Lazio. 11 cavallo stesso, di eui si giovava nelle sue escursioni, è fama divenisse un antiquario. Non era viaggio, in eui non solesse sotterrarsi ogniqualvolta avesse fiutata la presenza d'un qualche cimelio. Del i abbretti c