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I>ocmia e nelle Fiandre, ed ebbe cariche e gradi eminenti negli eserciti di Spagna, di Baviera, dell'Impero e della Repubblica veneziana; ebbe mente feconda di belle invenzioni, e scrivendo dell'arte sua, lo fece eon quella esattezza di parole ^c eon quella proprietà, dalle quali il pratico non potrebbe, volendo, declinare ». E solo a dolere che la scorrezione del dettato non eoneeda, ehe gli scritti di lui si possano porre daeeanto al trattato di fortificazione del Galilei, uscito in luec nel primo seoreio del secolo NIX.
Nessun'arte fu eosì degnamente illustrata come quella della guerra. Fra gli ingegni più poderosi del secolo XVII va eerto annoverato Raimondo Montecueeoli, nato in Modena il 1008 e morto a Linz il J 6 ottobre 1680. Datosi giovinetto alle armi, non fu grado della vita militare eh'egli non si guadagnasse in virtù del proprio valore. Oltre cinquanta sono le campagne alle quali prese parte in quel lungo corso di guerre ehe turbarono nel seicento la Germania, 1' Ungheria e di riflesso anehe l'Italia. La Slesia, i Paesi Bassi, il Magdeburg, la Sassonia, l'Alsazia, la Baviera, la Boemia, l'Iutland, la Franeonia, la Polonia, il Meklemburg, l'IIol-stein, la Pomerania , l'Ungheria, la Transilvania e talvolta anehe l'Italia assistettero non di rado alle prove eli' egli seppe dare del proprio valore. I nemiei, eontro i quali impugnò le armi, furono speeialmente gli Svedesi, i Franeesi ed i Turchi. Da lui più ehe da nessun altro sentirono quest'ultimi i primi eolpi di quella totale disfatta, ehe fu eompiuta da Eugenio di Savoia. Capitano de' primi ehe illustrassero il seeolo XVIII ebbe ad emuli il Wallestein e il Werth, ad avversari Gustavo Adolfo, il Turena e il Condè. Feliee per lo più nelle imprese, non potè sottrarsi del tutto a'eolpi dell'avversa fortuna. Mal i tre anni di prigionia, a'quali fu condannato ora a Stettino ed ora a 'Weimar, valsero a lui quella dottrina nell'arte della guerra, per la quale la eritiea ne annovera le opere insigni tra' portati più inaravigliosi del seeolo XVII. Quarantacinque, tra latini, italiani, franeesi e tede-sebi, furono gli autori di poesia e d'arte militare eh'egli vi potè non dirò studiare, ma meditare. Negli ozi involontari di que'tre anni imparò da Tacito la politiea, da Euclide la geometria, da Vitruvio l'arehitettura, da altri la giurisprudenza, la medieina, la filosofia, la teologia, la eliimiea, la botanica e perfino l'astrologia.
Frutto di tanti e eosì variati studi furono i trattati sull' a Arte della guerra », e sulla u Tattica degli Svedesi », l'opuseolo u delle Battaglie » e aleuni altri seritti, tuttora inediti. Ma le opere magistrali, per le quali vinse gli autori tutti di eose militari, sono i u Commentari » e gli u Aforismi dell'arte belliea ». Simile a Cesare e a Senofonte, il Montecueeoli ha condensato in essi quanto gli poteva suggerire in proposito la seionza, avvalorata da una pratiea lunga e costante. L'idea prima degli u Aforismi » non è forse tutta di lui. Cesare Càmpori, ehe ne deserisse dottamente la vita, le imprese ed i tempi, erede ehe l'insigne eapitano ne attingesse il coneetto dal u Guerriero prudente » di Galeazzo Gualdo, il patrizio vicentino ehe militò sotto le stesse bandiere e scrisse, eome pur si è veduto, le storie de' suoi tempi. È questo per altro un sospetto, che anehe restituendo a ciascuno il suo, non toglie nulla al merito reale dell'opera del Modenese, a un libro come fu avvertito dal Foseolo, tutto grand'idee, vedute chiaramente, meditate e sentite », e degno d'esser proposto eome un eccellente esemplare a'pensatori. La guerra, a seconda de diversi easi, può essere offensiva, difensiva o di soeeorso. Chi dà mano a una guerra offensiva, deve, seeondo il Monteeueeoli, esser più forte del nemico, esperto dell arte militare, provveduto d'escreito più valoroso. A riuseire alla vittoria oeeorre inoltre eonoseer bene le provmeie, entro le quali si porta la guerra, atterrirne gli animi eon le battaglie o eon la fama di grandi preparativi, trattar bene ehi si arrende, imperversare eon ehi resiste, assicurarsi le spalle, mettere piè fermo in qualehe sito, eaeciare il nemico dalle fortezze, togliergli modo di provvedersi di vettovaglie, guadagnarsi lo stato eon la mitezza non disgiunta dall'antiveggenza di munirne le cittadelle e i fortilizi. Nella guerra difensiva si badi di aver bene agguerrite una o più piazze forti, di tenerle animate eon un corpo d'esercito volante, di premunirsi