LA STORIA.
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vano raccogliersi, corno in un'Accademia, i più illustri giuristi. Le cure forensi, alle quali, necessitato dal bisogno, si rivolse assai per tempo, non gli impedirono di concepire e attuare il disegno della u Storia civile del Regno di Napoli ». La narrazione prende le mosse da' tempi più antichi c più oscuri, in cui Napoli era ancor città greca, e si conduce giù, giù sino a' tempi moderni. L'autore vi si rivela piuttosto giureconsulto clic storico. 0 si addentri nelle origini prime, o parli de' tempi romani, o tratti dell'età successive, non lascia di uscire in larghe digressioni sull'indole de' governi, sugli istituti, i costumi e le leggi. Scopo precipuo del Giannone è per altro indagare e difendere le prerogative regie contro i diritti della Sede Apostolica. La erudizione e la dottrina legale ch'egli vi spiega, è quanto molteplice, altrettanto peregrina. Nel cómpito propostosi non sa però serbare una giusta misura. Scrittori anche non troppo benevoli al papato ebbero a riconoscere che l'animo dell'autore non vi si mantiene sempre imparziale. Vi si sente lo scrittore che si lascia guidare da un non so che di preconcetto. Nemico degli ecclesiastici, ne interpreta malamente le azioni, e inzeppa il racconto di contumelie villane ed ingiuste. Per quanto si sbraccino a giustificarlo i più caldi tra i panc-geristi, non gli si potranno mai menar buoni gli errori frequenti di cronologia e la trascuranza continua di dar rilievo a cose anche di grave momento, e di citare gli autori, de'quali copia, direi quasi alla lettera, lunghissimi squarci. A questi difetti, che sono pur gravi, si aggiungono quelli del dettato, efficace, se vuoisi, ma prolisso spesso e trasandato. Dove il Giannone si eleva al di sopra de' contemporanei, è in una certa novità di vedute e in quella libertà di parola e di giudizi, sconosciuta ancora a'suoi tempi.
La ii Storia civile del regno di Napoli », pubblicata nel 1724, fu la scintilla d'un vasto incendio. Il Giannone, fatto segno a' fulmini del Vaticano, riparò presso la corte di Vienna. Accarezzato da Carlo VI, che riconobbe in lui un propugnatore valente de' diritti imperiali, attese dieci anni alla difesa de' Napoletani, bisognosi della sua protezione di fronte al governo austriaco. Tramutatosi in Venezia col disegno di riveder Napoli, venuta già in potere di Carlo III di Borbonei ebbe appena tempo di sottrarsi all'unghie de' birri del Sant'Ufficio. Rifugiatosi d< nascosto nella Svizzera, fermò stanza nel 1745 a Ginevra, inteso ad assistere al libraio che s'era proposto di stamparne le opere. Imprigionato in capo a un anno in Savoia e tradotto nelle carceri di Torino, consolò le miserie della nuova condizione con gli studi. Dettò tra'ceppi i a Discorsi storici e politici sopra gli Annali di Tito Livio », la ii Chiesa sotto il pontificato di Gregorio il Grande », il trattato delle u Dottrine morali e sociali degli antichi Padri della Chiesa », e il « Triregno », un'opera di polemica religiosa, tuttora inedita e conosciuta appena per un qualche smilzo ragguaglio. Morì, ancora in prigione, il marzo del 1748, alcuni anni dopo l'abiura degli errori.
Storici di qualche merito, ma inferiori di molto al Muratori e al Giannone, sono Francesco Ottieri e Giuseppe Agostino Orsi. L'Ottieri, morto nel 1741, scrisse la storia delle guerre, condottesi in Europa e particolarmente in Italia per la successione spagnuola. A schivare la taccia di scrittore servile fissò, viaggiata l'Europa, la sua dimora in Roma, dove « si parla, dic'egli, con libertà, assai più che altrove, d'ogni persona, senza neppur escludere chi assista in qualche parte al governo, ed anche del governo stesso; il che in altro luogo punito sarebbe come gravissimo delitto ». Pure le sue storie sono fiacche, sbiadite e tenute in assai poco conto per l'ignoranza che il buon uomo vi dà spesso a divedere dell'arte militare. I posteri non gli sanno neppur grado che, ti non ostante gli spinosi negozi famigliari e le obbligazioni d'assistere all'anticamera pontifizia c all'impiego della carica di cavallerizzo », si fosse u privato spesse volte del riposo della notte e oltre della ricreazione del giorno per poter scrivere stentatamente ed a pezzi » la sua storia. L'Orsi, nato in Firenze del 1792 e morto in Roma, già cardinale, nel 1761, dettò una storia ecclesiastica, che si abbraccia a'sei primi secoli della