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Storia della Letteratura Italiana
Il Seicento
Bernardo Morsolin
Francesco Vallecchi Milano, 1880, pagine 170

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a cura di Federico Adamoli

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   LA STORIA.
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   Contrasto la frequente interruzione del racconto, voluta d' altra parte dall indole dell'opera, le prolisse dissertazioni su monete, su date c su documenti, il soverchio isolamento de' fatti dalle cause clic gli produssero, o dalle conseguenze che ne son derivate, '1 diretto, a dir breve, di quanto costituisce il portato de'progressi della storia nell allargamento delle vedute e nella rettiiicazione degli avvenimenti e de' giudizi. Gli u Annali » furono dettati in un solo anno di tempo; ma nò questo fatto, nò le mende, delle quali s'è parlato, hanno potuto ancor togliere che i dotti gli consultino, a preferenza d'ogni altro libro, negli studi della storia d'Italia.
   Frequentate le scuole in Modena, ove s'era fatto conoscere per una squisita perizia nello studio delle lingue antiche e dell'erudizione, il Muratori s'era allogato al servizio de'Borromeo nell'Ambrosiana di Milano. Il valore dimostrato nel frugare per entro a que' tesori bibliografici trasse il duca Rinaldo d' Este a nominarlo archivista c bibliotecario della corte. I quattro volumi di u Aneddoti latini >1, il quinto di u Aneddoti greci » , la u Liturgia », le u Vite del Maggi, del Ca-stelvetro, del Tassoni, dell'Orsi, del Torti, del Segneri, del Sigonio, del Duca Rinaldo » e le a Antichità Estensi », ov'è tessuta la storia della famiglia de'Signori di Modena, ceppo comune a'Guelfi di Germania c a' principi di Brunswieh e d'Inghilterra, furono le opere eh' egli intramezzò alle maggiori sulla storia generale d'Italia. Prima per altro clic agii studi dell'erudizione il Muratori aveva atteso alle lettere amene, alla giurisprudenza e alla teologia. Letterato, s'era fatto conoscere con la a Perfetta Puesia », un trattato, o a meglio dire, una quintessenza de'mi-gliori precetta sull'arte poetica. La scarsa intelligenza ch'egli vi dà a divedere dell'opere di Dante e i meu retti giudizi sul Maggi e sul Lerncne, proposti a modello del buon poetare, non tolgono che il libro si renda pregevole per la buona critica su certi difetti del Petrarca e per le savie censure a' Francesi, che volevano sconoscere quanto aveano imparato dagli Italiani, e agli Spagnuoli, corruttori del buon gusto nel secolo XVII. Con la it Perfetta Poesia » voglionsi ricordare le a Riflessioni sopra il buon gusto » e i « Primi disegni della Repubblica letteraria in Italia ». Dottore nell'Ambrosiana, il Muratori aveva persuaso i Borromeo a istituire nelle loro case un'Accademia di morale e di letteratura, ove gli ingegni si fossero esercitati in materie di maggior rilievo che non sieno le dissertazioni e i sonetti. E ne' « Primi disegni della Repubblica letteraria in Italia » intese, se così si può dire, all'attuazione del primo concetto, invitando alla cooperazione della coltura nazionale un'eletta d'Italiani d'ogni paese. Giurisperito, sostenne con argomenti, talvolta cavillosi, le pretensioni degli Estensi su Ferrara e dell'imperatore su Comacchio contro i dintti de'papi; e s'ebbe le censure del F< ntanini, del Cenni e d'altri tra i propugnatori delle prerogative della Sede Apostolica. In egual modo la dissertazione a Sui difetti della giurisprudenza » lo fece segno alla bile di molti forensi. Teologo, dettò la a Filosofia Morale », una confutazione delle dottrine professate dal Ferepono contro Sant'Agostino in certe note all Opere de'Santi Padri, pubblicate nel Belgio in sui primi del secolo XVII, e delle accuse di Alfonso Torrentino, rettor dell' Accademia di Ginevra, che dello scarso fiorir delle lettere accagionava l'esorbitanza del Sant'Ufficio. Lavori di minor mole, ma di fondo eminentemente cristiano e degni di stare a petto alla ti Filosofia Morale » sono il trattato « Della Carità del prossimo », il « Cristianesimo felice nelle missioni dc'Gesuiti al Paraguay » e la dissertazione u Sulla pubblica felicità, oggetto de'buoni principi ». preziose per la varietà della dottrina e per certe notizie, che ne rivelano la bontà dello spirito, non devonsi dimenticare le « Lettere » pubblicate, non è molto, in Firenze.
   Addetto all'Ambrosiana, il Muratori s'era fatto sacerdote. Invitato a Modena, ebbe con l'ufficio d'archivista e di bibliotecario il titolo ancora di Santa Maria della Pomposa. Sino al gennaio del 17ó0, in cui venne a morte, nulla gli stette a cuore quanto la sua parrocchia, i suoi Principi, la sua patria. Pospose ad essa
   Morsoli*. 19