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CAPITOLO OTTAVO.
logia; nò, considerati in relazione de'tempi, sono a riputarsi meno degni d'eneomio gli sforzi di rettificare il vero, falsato dalle favole dell'antica mitologia.
La riforma del melodramma non costituisce il solo titolo per il quale le lettere vadano riconoscenti ad Apostolo Zeno. Nè la storia gli deve unicamente il « Giornale dei letterati ». Negli ottanta e più anni eh'egli visse, non eccettuati i quattordici, ehe dal 1715 al 172(J spese, poeta eesarco, alla eorte di Vienna, non ismise un istante le indagini delle eose antiche. I pareeehi volumi di u Lettere », scritte ora ad uomini dotti, ora a conoscenti o ad amici, costituiscono un insieme di notizie rare e squisite su parecchi punti oscuri, o controversi della storia letteraria. Vi si agguagliano in pregio le u Dissertazioni Vossiane », dove il dotto uomo eorregge gli errori e riempie le lacune del libro u De historieis latinis », nel quale (Jiangherardo Vossio s'era argomentato di raccogliere le notizie di tutti gli Italiani, ehe avessero dettato storie in latino. E un vero tesoro di storia bibliografica sono le note alla u Biblioteca dell'Eloquenza italiana » di Giusto Fonta-nini, un presontuoso, nel quale non si sa qual più potesse o l'invidia stizzosa, o la mordacità petulante. Lavori se non di più lena, eerto più armoniei, vo-glionsi riputare le vite del Sabellieo, del Guarini, de' tre Manuzi e del Davila, belle al pari degli altri seritti non tanto di eleganza, quanto di semplicità e di chiarezza.
Il Zeno avea concepito, in età florida ancora, il disegno d raccogliere e di pubblicare in una grande eollana le opere tutte degli scrittori, ehe aveano rivolti gli studi alle cose italiche de' tempi di mezzo. Se ne depose poi il pensiero, fu perehò altri l'ebbe a prevenire nell'attuazione del grande concetto. Tra le opere colossali del seeolo XVII rimarranno sempre i u Rerum Italiearurm Se/iptorcs » di Lodovico Antonio Muratori, nato in Vignola di Modena il 31 ottobre del 1G72. Nei ventotto volumi, stampati a Milano dal 1723 al 1738 da quella compagnia di Signori, ehe si chiamava la u Società Palatina », eontiens: un emporio, se eosì si può dire, di carte, di documenti, d eronaehe, relative alle eose d'Italia, compiutesi nel giro di eirea mille anni, quanti ne eorsero eioè dall'invasioni de'barbari al seeolo XVI. Il lavoro non è tutto del Muratori. Collaborarono indefessi con lui pareeehi modenesi, 1'Argelati e il Sassi di Milano. Il Zeno stesso gli fu largo di documenti e di lumi. La messe è tratta d'ogni parte d'Italia. Gli archivi, ehe non si dischiusero al dotto raeeoglitore, furono quelb' de' Duchi di Savoia e della Signoria di Venezia. Vero è che d progresso degl studi storici va facendo sentire il bisogno di una ristampa dell'opera intera, ricca degli scritti ulteriormente scoperti e delle emendazioni, suggerite dal raffronto di nuovi eodiei; ma non toglie ehe il Muratori non rimanga, eome avverte il Cantù, u alla testa della storia italiana, non solo, ma di quella di tutti i paesi, a eui capo era nel medio evo l'Italia ». Prove del suo raro valore restano l'ordinamento generale, la perizia nella scelta de'materiali raccolti, le prefazioni e le note, stupende per copia di dottrina e rettitudine dei giudizi. Frutto dello studio, fatto sugli ser