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Storia della Letteratura Italiana
Il Seicento
Bernardo Morsolin
Francesco Vallecchi Milano, 1880, pagine 170

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a cura di Federico Adamoli

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   0 A TITOLO OT'IAVO.
   particelle per altro sterili c scioperate ». Molto più naturale e per conseguenza anelie più elegante eorre nelle a Lettere », nelle a Relazioni » e soprattutto nelle u Memorie », dove si lascia trascinare men dallo studio che dalla foga dell .mimo e da quella maravigliosa faeilità, che pur possedea, di dar forma a'eonectti.
   Di fatti eontemporanei, ma d'altra terra clic non fosse l'Italia, scrisse pure Arrigo Caterino Lavila, nato il 1576 a Pieve di Saeco in quel di Padova. Educato in Francia, militò, giovane aneora, negli eserciti d'Enrico IV. Costretto a rimpatriare nel 1599 per volere del padre, visse agli stipendi della Repubblica di Venezia fino al 3631, in cui eadde assassinato a san Michele di Verona. Meglio per altro clic per le prove di valore sul campo di battaglia e nel governo di parecchie città di Candia, della Dalmazia e del Friuli, il Davila va famoso per la u Storia delle guerre civili di Franca ». Rileva in essa i tempi, ehe dalla morte d' Etirieo II si abbracciano alla pace del 1598. La tela è ordita in buona parte di notizie che 1' autore aveva raeeolte da per sè stesso c recate di Franeia. Si fa commendare particolarmente per l'evidenza del raeeonto, per la vivezza delle deserizioni, per l'ordine e la connessione de'fatti, per la bonU delle riflessioni e de'giudizi. Dove pecea,è nelle soverchie lodi a Caterina de'Mcdici, benefattrice d' altra parte del Davila, e in una certa smania di mostrarsi troppo addentro ne'segreti de'principi. Le stesse eoneioni, eh'egli inventa talvolta di pianta, hanno troppo dello strano, pereliè non s'abbia a gettar qualehe dubbio sulla veracità di certe asserzioni. Del resto il Davila, che il Cantù fa tutt'uno, per colpa forse del proto, con lo Strada, si rende mirabile per la u dicitura pianamente scorrevole », che vi rileva il Giordani; a cui pare ehe « nel prendere le parole e le frasi, nel eolloearle e più nel eondurre i periodi, c in tutto 1' ordinamento del diseorso fosse sì lungi dalla solleeitudine, ehe spesso lo diresti andare abbandonato ».
   D'avvenimenti d'altre terre, ehe pur non fosse l'Italia, ha scritto Galeazzo Gualdo, nato e morto in Vicenza nel 1678, in età di settantadue anni, istoriografo dolh casa imperiale. Uomo d'armi da prima nelle guerre de'Trent'Aum e poi diplomatico al servizio di pareeehi principi, ebbe modo d'addentrarsi, quanto forse pochi altri, ne'segreti de'tempi. Pure i non pochi episodi, eli cgli desenve, d'avvenimenti a'quali assistette, del pari ehe gli seritti di politiea c d'arte militare, riboccano di tutte, si può dire, le stranezze letterarie del tempo. Unico pregio è una tal quale copia di notizie intorno a eerti fatti, ne' quali ebbe parte. Nè di merito punto maggiore voglionsi riputare le storie degli avvenimenti compie tisi dal 1613 al 1660, di Pietro Capriata, e le congeneri di Giorgio Piloni, di Giambattista Birago, di Vincenzo Forti, di Maiolino Bisaecioni, di Pietro Cazzotti j d'altri. Superiore di gran lunga a tutti costoro fu Vittorio Siri, nato a Parma il 1607 e morto a settantott' anni in Parigi , ove dimorò gran parte della vita al servizio di Luigi XIV. Il u Mercurio Politieo » e le u Memorie recondite » in cui si tesse la storia degli avvenimenti, compiutisi dal 1601 al 16551 sono preziosi non tanto per lo scopo, ehe l'autor si propose, d'indagare le origini de'fatti, d'esporre i negoziati diplomatici e di metterne in rilievo le conseguenze, quanto per la copia de'doeumenti onde corredasi il testo.
   Il u Mappamondo istorico » d'Antonio Foresti è a ricordarsi non più clic un tentativo di storia universale. Non senza pregio sono le u Relazioni del mondi » di Franecsco Gemelli, c quelle della Turchia, della Persia c dell India, di Pier Della Valle. Più pregevoli per l'eccellenza del dettato, per l'acume e h varietà delle osservazioni e de' raffronti sono i u Ragionamenti » di Francesco Car-letti fiorentino sulle cose vedute alle Filippine, nel Giappone e nella China, c le u Lettere » di Filippo Sassetti, pur fiorentino, il primo che, descrivendo le Indie, desse notizia all' Europa della lingua sanscrita. E di eose storiche scrissero pure Ferrante Pallavicino c Gregorio Leti. Ferrante Pallavicino di Parma, canonico regolare in Milano, vissuto gran parte de'suoi giorni in Venezia, d onde indirizzava agli amici lettere come venissero di Lione, di Parigi, di Londra, nar-