13G CAPITOLO OTTAVO.
Alessandro Zilioli, e gli scritti d'uguale natura del Tonnnasini, dell'Imperiali, dui-l'Oldoini, del Dalla Chiesa e d'altri non pochi. Maggior grido si guadagnarono 1.1-vece i biografi degli artisti. Io non parlo di Giovanni Baglioni romano, che con le u Vite de'Pittori, Scultori e Architetti dal 1572 al 1612 » continuò poco felicemente il Vasari; nè penso a rilevare il inerito dell opera sugli scrittori moderni di Giampietro Bellori. Lascio pure d'intrattenermi intorno alle u Vite de'pittori veneti » di Carlo Ilidolfi, lodato grandemente dal Tommaseo c degnamente illustrato da Francesco Pasqualigo; nè voglio dir cosa alcuna della u Raccolta » degli artisti modenesi del Vendraini, e delle u Vite » de'pittori napoletani del Bongio-vanni e de' genovesi del Soprani, dettate tutte quante in quello stile ch'era il portato della corruzione del secolo.
Degno di particolare menzione, benché non abbia scritto d' artisti italiani, è Carlo Dati, nato in Firenze il 1619. Allievo del Galilei, de'cui insegnamenti seppe profittar grandemente in giovinezza, avrebbe forse potuto emulare nelle scienze il Torricelli e il Viviani, ove non lo avesse allettato di preferenza la molteplicità degli studi. Per cinquantasei anni, quanti gli ebbe a durare la vita, non ismise un istante il culto dell'erudizione classica, e in modo particolare della lingua italiana. Frutto delle sue veglie sono la u Scelta » delle prose fiorentine, proposte quali esemplari di bello scrivere; la terza edizione del Vocabolario della Crusca, in cui ebbe a cooperatori il Capponi ed il Redi; la u Vita di Tito Pomponio Attico »; l'esame della u Leggenda Dorata, » attribuita a Pitagora, in cui porse una idea della filosofia morale degli antichi; le u Dissertazioni » sull'anfiteatro romano; il u Panegirico » e alcuni versi in lode di Cristina di Svezia. Del valore nelle scienze, coltivate negli anni giovanili, lasciò pure alcuni saggi nelle « Dissertazioni » in difesa del Galilei e del Torricelli, a'quali contendevasi da' Francesi il vanto delle scoperte della cicloide e del barometro; e in un discorso sopra Saturno, ricordato in più luoghi delle sue lettere, raccolte e pubblicate dal Fabbroni. Ma l'opera che meglio assicurò al Dati la perpetuità del nome, è senza dubbio quella che narra le «Vite» de' quattro pittori antichi, Zeusi, Parrasio, Apclle, Protogene. Non che nella elocuzione, vi si emula la squisita eleganza degli scrittori del secolo XVI. Il Dati ebbe troppo a faticare nello studio della parola, eh' egli doveva voltare dal latino e dal greco nell'italiano, perchè vi potesse infondere tutto il calore e il colorito, che rendono ammirati il Vasari e il Cellini; ma non per questo v' è men nobile il dettato, facile sempre, corretto, elegante e lontano, quanto mai si possa immaginare, dallo stile gonfio e pazzamente concettoso del secolo.
In bel grido di scrittore d'arte eccellente si mantien tuttavia il fiorentino Filippo Baldinueci, morto il 1696 in età di settantadue anni. Intelligentissimo delle arti belle c sovvenuto ne' suoi studi da'Aledici, dettò le « Notizie de'Professori del disegno da Cimabue in poi ». Scrittore prolisso, se vuoisi, ma colto ed elegante, corregge, come pur s'era proposto, molte inesattezze del Vasari e ne riempie, ove occorra , le lacune. L' opera non è per altro perfetta. La molta diligenza non bastò a salvar lui pure da errori. E difetto non piccolo dell'opera intera è la divisione, eh' egli fa, della materia da prima per secoli e poi per decennali. Devesi a lui il primo esempio di trattare la storia dell'arte per iseuole, che, comunque osservato da' più, non parve a taluno men vizioso. Uguali pregi e difetti hanno la u Vita del Bernini » e il u Cominciamento e progresso dell'arte d'intagliare in rame ». Questo argomento fu anzi illustrato per la prima volta dal Baldinueci. Lavoro utilissimo e forse il migliore di tutti è il u Vocabolario del Disegno » dove il brav'uomo insegna a esprimere con proprietà le cose tutte dell'arte.
Del resto, più che alle cose d'Italia, gli ingegni eminenti si sono rivolti ai fasti della Chiesa, o agli avvenimenti delle altre nazioni, quasiché in questo campo lo scrittore spaziasse più libero, nè lo cogliesse timore d'umano riguardo. La storia più degna del secolo è anzi di materia religiosa. Paolo Sarpi, nato in Venezia nel 1552, è l'unico che sappia innalzarsi al di sopra d'ogni rispetto e d.'o-