LE SCIENZE MOttALÌ.
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ma a forme poetiche rozze, selvatiche, concitate. Il suo dire procede in generale denso e serrato, ma involuto c eonfnso. Le verità sono spesso enunziate per soli aforismi, fecondi sì, ma talvolta soverchiamente concisi. E una lettura quella delle opere del Vico, chc c per la forma c per il concetto richiede troppa intensità d'attenzione, perchè vi si possa durare alquanto a lungo. E l'insieme delle sue dottrine, anziché riconoscere di primo tratto, e forza trar fuori a poco a poco non da uno, ma da tutti gli scritti. E guai a chi, dove si tratta di eerte verità, ne interpretasse a una a una le frasi ardite, involute, metaforiche, o interpretandole anche nell'insieme non tenesse d'occhio i principi fondamentali, a' quali è appoggiato l'intero edifizio! Il Vico cade bensì talvolta in errori, ma sono errori in certi particolari di lingue, di leggi, di storia, da'quali si corregge talvolta da sè stesso, o lo assolve l'ignoranza, comune allora, di eerti studi e di certe discipline, che sono il jiortato di tempi assai recenti. Ma in ciò che si riferisce alla metafisica, non i-scompagnò mai la scienza dalla fede. La sua vita non fu certo delle più liete, nè delle più avventurose. Povero di beni di fortuna, stretto da numerosa famiglia, oppresso da afflizioni domestiche, si mantenne sempre paziente, onesto, religioso. Affranto dalle malattie e forse dal soverchio delle meditazioni, visse gli ultimi anni attonito e smemorato, guardando, ma non rispondendo, a'parenti e agli amici. De statosi un giorno da quella specie di letargo, chiese i conforti della religione e spirò povero, ma sereno, quale era vissuto. Giovane e malfermo in salute, s'era sentito vaticinare dal medico una vita breve, o d'uomo insensato. Contro il vano pronostico stanno le opere insigni, che lo fanno annoverare da quasi due secoli tra i pensatori più profondi della umanità ; sta una vita non di settantaquattro come si crede da molti, ma di settantasei anni, spentasi in Napoli nel 17 41. Il Vico era nato non del 1670, come dice egli stesso, ma del 1668, come risulta dai libri di battesimo, veduti dal Villarosa.
Il Vico, opponendosi, come s'è veduto, all'età che fu sua, non trovò ehi vivo lo seguisse. La sua filosofia restò, se così si può dire, deserta. Questo fatto doloroso non lo sconfortò per altro neppure un istante. Vecchio e travagliato dalle informità, dichiara nella u Vita » di sè medesimo e in parecchie lettere agli amici che, pubblicata la u Scienza Nuova n, non ha nulla a desiderare, nulla di cui lamentarsi, nulla da temer della morte. Egli con la persuasione d'essersi adagiato u sopra un'alta adamantina rocca » sente ehe l'avvenire è suo, sente senza timor d'ingannarsi il trionfo delle sue dottrine. Ed ora, in onta al ripudio d alcune leggi e d'alcune teoriche, come del risorgimento spontaneo dall'assoluta - barbarie e de' ricorsi, rimane di lui u il metodo, dice il Conti, eh' egli descrisse primo ; e poi la grande verità che la scienza dell'uomo intero non si compie nell'interna riflessione, ma col riscontro di tutti i fatti umani, delle lingue, delle tradizioni, de' proverbi, de' canti popolari, dell'arti, delle leggi e d'ogni istituto; perche la coscienza deH'iiomo si ripete in ogni coscienza, e eia ogni coscienza escono segni comuni; come da un capo all'altro della terra gli occhi di tutti gli uomini, per un pensiero stesso, si levano a' cieli ».