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CAPITOLO SETTIMO.
l'equa ripartizione delle imposte, le tasse sul lusso e sui piaceri, gli ospizi per g.! invalidi, gli asili e le doti per le figlie de'soldati, i prestiti gratuiti a'povcri sopr; pe^ni, depositati sui (Monti di pietà, le banche popolari, l'uniformità del codice c delle monete, lo stimolo alla giuria e all'onore, l'incoraggiamento delle industrie il bando delle sottigliezze teologiche, il favore agli studi della storia, della geograiu e del mondo reale. Nella politica insegna, che la società è un aggregato di liber fatti a immagine di Dio, che la sovranità vera appartiene a Dio, che l'uomo nor può signoreggiar sugli altri se non per ingegno naturale, o per grazia divina, eh< la schiavitù è per conseguenza un'ingiustizia, che fondamenti della sovranità som la virtù, la sapienza e l'amore. E, discendendo da'generali a'particolari, applica suoi principi agli stati del secolo e' « Discorsi » sulla Monarchia spagnuola, su Papato e a'Principi d'Italia; dove si svolge, per così dire, tutto un sistema, de stinato a rialzar dalla mis ria, che l'avviliva, l'intera società.
Ma mirabili sopra tutto sono i concetti sociali, svolti nella u Città del Sole » Il Campanella si propone in essa nient'altro ehe la riforma del genere umano Il fondamento della sua politica, bandito più volte a voce e in iscritto, sta tutt nella sominessione degli uomini alla Intelligenza, ehe si manifesta per mezzo d tre ministri, Potenza, Sapienza, Amore. Nè altri sono gli elementi, de' quali s coniarne la macchina della u Città del Sole », Il Campanella vuole u ehe la ri forma si effettui per il ripristinamento della integrità e dell'armonia de' tre elementi ». Fermo in questo proposito, u delinea, scrive il Cantù, una società su tipo della stia metafisica; e come l'intelletto prevale alle altre facoltà, così 1 cap della repubblica a tutto l'ordine politico e civile; eome l'intelletto è raggio di virai così questo capo è quasi un'incarnazione di Dio; eome l'intelletto è per essens buono, sapiente, potente, così esso capo deve aver tre ministri, che rappresentili l'amore, la sapienza, la potenza; e il primo vigili alla generazione e all'educazione, il secondo a propagare la scienza, il terzo al consorzio civile e al mantenimento della vita ». Sorella, correzione e complemento della u Città del Sole », fondata di preferenza sulla ragione politica e in ordine alle leggi dell'umano perfezionamento, è la u Monarchia del Messia », ehe il Campanella appoggia sopra tutt' alla ragione religiosa e alle promesse divine, Non darebbe forse in fallo, chi nelle due vedesse un solo edificio, ic Ambedue, scrive il d'Ancona, guardano ; i finale sviluppo della creatura dì Dio; ambedue attendono il tempo restauralo all' innocenza ; ambedue sospirano dietro alle grandi riforme sociali, quando 1> sussistenza dell'uomo sarà men dnra e men difficile ».
Molte delle peripezie sostenute dal Campanella, derivarono dalle accuse, el: gli si mossero ora d'ateo e ora d'eretico. Ma nè dell'una, ne dell'altra si cu trarre la prova dalle malte opere di lui. In capo alla filosofia e all'altre seienze, delle quali intese alla riforma, sta sempre Iddio, La debolezza degli argomenti) de' quali si servì nell' « Ateismo Trionfato », ha fatto dire a taliino, ehe l'opera si dovesse dire piuttosto u Ateismo trionfante ». Questo giudizio, che sente, non v'ha dubbio, di frizzo, non basta a convalidare la taccia d'ateo; come dall'insieme delle teorie filosofiche e delle dottrine teologiche non ha consistenza la doppia accusa, ehe pur gli si mosse, d'ardito sensualista e d'eretico. Non così dalle dottrine del Campanella può allontanarsi del tutto il sospetto di panteismo. Quando s'insegna, ehe Dio creò le cose finite dal nulla ex se, da sè, non ex substantia sui, non della propria sostanza, non ne deriva, almeno apertamente, chc il domenicano volesse il panteismo; ma quando si medita la frase, ehe Dio crea per lina certa emanazione, ehi vorrà negare, che il sistema non senta per lo meno di panteismo, non mistico, ma spirituale?
Del resto pochi ingegni, in onta alle persecuzioni degli uomini, mostrarono un'attività indefessa, per non dir maravigliosa, come quella del Campanella. Le sue opere, ora in latino e ora in volgare, si abbracciano ad ogni maniera di sei bile umano e divino, e sono, si può dire, senza numero. La forma è la scolastica;