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Storia della Letteratura Italiana
Il Seicento
Bernardo Morsolin
Francesco Vallecchi Milano, 1880, pagine 170

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO SETTIMO.
   IR ti, d'udirne la viva parola. Del Telesio non può eontemplar le fattezze, ehe sul cadavere portato in eliicsa per esservi tumulato. I Cosentini, ehe lo intendono disputar poeo appresso di filosofia, non sanno contenersi dal dire, ehe lo spirito del Telesio è.passato a rivivere nel Campanella. La scuola del morto filosofo si raccoglie tutta intorno a lui; ed egli in mezzo a'plausi degli ingegni più clett» della Calabria esamina tutte le dottrine dogli Aristotelici e difende « eo' precetti degli antiehi filosofi e medici, eo'plaeiti della natura c del buon senso » gli insegnamenti telesiani dagli assalti del Marta. Trasferitosi a Napoli, desta nuovo entusiasmo eon la franchezza del dire e eoi ealore, del quale sa avvivare le dispute. Ma le nuove dottrine, eon le quali atterra d' un sol tratto 1' edificio aristotelieo, non incontrano il favore de'Napoletani. L'unieo, a eui gli vien eonecsso di eomunieare le sue idee, è il Porta, l'autore della « Magia Naturale » e della u Fisionomia ». Iiaeeolto in se stesso, espone i suoi eoneetti ne'due libri « De sensu rerum » e u Deinvestigatione » dove determina per qual via si giunga a ragionare u eoi solo senso e con le eose, ehe si eonoseono per i sensi ».
   Del resto, perseguitato dagli Aristoteliei, rappresentati prineipalmente da'Fran-eeseani, muove a Roma e di là a Firenze, ove si rafforza della eonversazione del Galilei, e ehiede invano una cattedra. Lasciata la Toseana, muove difilato a Bologna e quindi a Padova e a Venezia per poi ridursi di nuovo a Roma e purgarsi della taeeia d' eretieo. Quelle peregrinazioni non si effettuano però senza frutto. Il Campanella eompie lungo la via un trattato u De Sphera » e immagina una scienza universale eoi titolo u De Universitate rerum ». Non importa, ehe a Bologna gli s'involino gli scritti. Rieco d'ingegno, quanto indefesso nell'opera, pubbliea a Padova una nuova difesa del Telesio, e prosegue a serivere, per se e per altri, in versi e in prosa, in latino e in volgare, una quantità di dispute, d'orazioni, di diseorsi, di dissertazioni e di trattati. Scontento delle aeeoglienze della Curia romana, rivede Napoli e ripara subito, desideroso di quiete, a Stilo sua patria.
   Ma a Stilo s'avvera per lui la sentenza di Salomone: u quando l'uomo avrà finito, allora si riposerà; quando riposerà, sarà affaticato ». Motivo a nuovi guai gli porgono i conflitti tra la podestà eivile e l'eeelcsiastiea. Autorevole per sapere, mette ogni studio a rieoneiliare gli animi diseordi. La condizione delle eose lo trae per necessità a trattar eo' banditi. Nulla di più fatale per lui. Franteso eon proposito deliberato da coloro ehe trovavano in lui un ostaeolo al eonseguimento de' loro fini perversi, è accusato senz'altro di cospirazione e tratto, eome reo di lesa maestà, nelle prigioni di Napoli. A liberarlo non valgono le prove più evidenti, per le quali appare innocente. Non è smentita, si può dire, un'aecusa ehe i nemiei gliene muovono un'altra : gli s'imputa l'uso delle arti diaboliche, d'aver bandito dottrine sovversive, d'esser autore del libro u De tribus impostori bus », stampato tren-t'anni prima eh'egli nascesse. A seolparlo da queste e dalle taeeie d'ateo, d'eretieo e d'aver implorato l'aiuto de' Turchi eon intendimento di fondar la repubblica, non bastano i trattati u De Monarchia », 1' « Atheismus triumphatus » e la « Disputa antiluterana ». Processato e condannato, non è tormento a cui non sia sottoposto. Messo sette volte alla tortura, e l'ultima per ben quarant'ore, ne riporta la rottura delle vene e delle arterie,
   I nervi stratti, V ossa scontinuate
   Le polpe lacerate,
   e la perdita in una sola volta di ben dieei libbre di sangue. Aggravano i mali il difetto della luee e dell' aria, 1' umidità, la gromma, il fetore di ben cinquanta eareeri, nelle quali fu tramutato e la searsez/.a e la sporcizia del eibo. Unieo eonforto in tanta miseria ò il dar vita a'propri pensieri in poesie e versi, rozzi, se vuoisi, ma profondi di eoneetto e di sentimento. Ventisette anni dura la prigionia del Campanella senza ehe la mediazione d'uomini insigni e perlino de'papi valgano