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Storia della Letteratura Italiana
Il Seicento
Bernardo Morsolin
Francesco Vallecchi Milano, 1880, pagine 170

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a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO SUSTO.
   Insigne botanico fu Pierantonio Micheli, vissuto in Firenze dal 1679 al 1737. Ne'suoi scritti, mirabili per forza di critica, commentò Cisalpino, emendò e ampliò il metodo del Tournefort, ridusse a unità la storia de'vegetali, espose le scoperte ch'egli fece sulle piante marine, sull'erbe gratninifolie, sui fiori del grano e sulle muffe. Va sopra tutte l'opera originale sui nuovi generi delle piante, per la quale gli si riconosce ancora un posto eminente tra i eultori della scienza. Firenze deve a lui l'ordinamento dell'Orto botanico, fondato da'Medici. La matematica invece e la medicina furono le scienze predilette in giovinezza da Bernardo Zendrini, vissuto dal 1679 al 1748. Fatto uomo, continuò eon pari fervore le affini della meccanica e dell astronomia. I Ravignani ricordano ancora con viva riconoscenza il nome di lui, i cui mirabili lavori hanno salvata la città dalle nnondazioni del Mentono e del Reno. Degli scritti, ch'egli ha lasciato, non voglionsi pretermettere le dotte u Memorie » sull'astronomia, ehe si consultano ancora, e non senza profitto.
   Tra gli insigni, ehe illustrarono le scienze positive nel periodo letterario, di cui si parla, non voglionsi dimenticare i nomi di Giulio Pontedera e di Antonio Cocchi. Il Pontedera, nato in Vicenza nel 1758 e morto in Lonigo in età di 69 anni, si sa ehe abbandonò, giovane ancora, gli studi dolla medicina e dell'anatomia, nei quali aveva conseguita la laurea, per dedicarsi interamente alla botanica. Professore nello studio di Padova e direttore dell' Orto botanico, dettò parecchi scritti in corretto ed elegante latino. E memorabile soprattutto la contesa, ch'egli sostenne contro il sistema sessuale di Linneo, il quale non lasciò per questo d'intitolargli un genere di piante della famiglia delle nareissoidee. Il Cocchi, toscano d'origine, ma nativo di Benevento, seppe accoppiare allo studio delle lettere la professione della medicina. Famigliare dell' Hasting, eoi quale viaggiò buona parte d'Europa, ebbe agio di conoscere i più insigni uomini della Francia, dell'Olanda, dell'Inghilterra e tra gli altri il Newton. A Londra, ov'ebbe a dimorare circa un triennio, pubblicò, dedicandola al suo mecenate, un'elegante versione latina degli Amori d'Anzia e d'Abrocome di Senofonte Efesio. Reduce in Italia, insegnò dapprima medicina a Pisa e poi medicina e storia naturale a Firenze. Il Cocchi lasciò alcuni discorsi sull' anatomia e sulle scienze naturali, sul Vitto di Pitagora e su Ascle-piade, stupendi del pari per la moltiplieità della dottrina, e la bontà del dettato. Elegante e ricco di riflessioni filosofiche è pure 1' elogio di Pierantonio Micheli. Molti e vari sono i consulti medici, per i quali il Carrer non dubita d'assegnare al Cocchi u il primo posto, dopo il Redi, tra gli scrittori di cose mediche ini Italia n. Bel nome gli guadagnarono a un tempo le versioni latine dc'chirurghi greci. Del Coechi, morto in Firenze nel 1758 in età di 61 anni, non vuoisi infine dimenticare il discorso postumo sul u Matrimonio », pregevole ugualmente per la forma, ma non per la sostanza. E quistione, se 1' autore lo dettasse da senno, o per burla. Chi lo legge sul serio non può non meravigliare della nessuna conoscenza ehe vi si palesa del cuore dell'uomo.
   La coltura letteraria negli uomini di scienza, de'quali s'è parlato, non fu diversa da quella di coloro, che coltivarono di preferenza gli studi ameni. Eppure quanta differenza ne'frutti! Nelle scienze s'ebbe la salita e il progresso, nelle lettere la discesa e il regresso. Di molti tra gli uomini, dedicatisi alle speculazioni filosofiche, rimangono più o meno copiosi gli esercizi segnatamente nella poesia. Ma l'ingegno potentissimo nello scoprire le leggi della natura non valse a salvarli dal fare quando ampolloso del seicento e quando melenso degli Arcadi.