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CAPITOLO SUSTO.
eli matematiche prima in Modena, poi in Bologna, e da ultimo d'astronomia in Padova, ove mori nel 1G87 in età di cinquantaquattr' anni, levarono bella fama le accurate osservazioni sulle comete, sul turbine, sulle meteore straordinarie e sulle stelle cadenti. Gli astronomi, gli idraulici, gli ingegneri devono agli insegnamenti di lui il perfetto maneggio del telescopio e degli altri strumenti scientifici. 1 biografi gli ascrivono a gran lode il felice esperimento della trasfusione del sangue, non ritentato per più secoli dopo la sinistra prova su Innocenzo Vili. 11 soverchio amore della novità trasse talvolta il Montanari in errori e in polemiche ostinate ed acerbe. Gli scritti, ne'quali svolse le sue dottrine, sentono di tutte le stranezze del secolo, persino ne' titoli. Sono di lui la u Caccia del Frugnolo » la u Forza d'Eolo » e la a Zecca in consulte di stato », ove confutò l'astrologia, trattò del fulmine, discorse delle monete.
Al doppio titolo di scienziato c di letterato ha diritto Lorenzo Magalotti fiorentino d'origine, nato in Roma nel 1637 c morto in Firenze il 1712. I suoi studi, per i quali abbandonò giovinetto la giurisprudenza, si raccolsero principalmente alle scienze coltivate da'discepoli del Galilei. Frutto dell'indefessa osservazione furono un nuovo metodo per misurare il diametro di Saturno e l'ampliamento della scienza degli odori in relazione specialmente all' etica e alla politica. Segretario dell'Accademia del Cimento per proposta del Viviani, del Borelli e del Malpigli!, che ne ammiravano 1' ingegno largo e versatile, raccolse il portato delle molte prove e riprove in quegli stupendi u Saggi », che i dotti di tutta Europa giudicarono un vero modello di scrittura scientifica. Compagno del principe Cosimo, visitò la Francia, l'Inghilterra, la Spagna ed altri paesi; e conoscitore non solo delle lingue antiehe e delle moderne, ina osservatore qual era degli uomini e delle cose, tolse argomento a scriverne le sue impressioni con novità di vedute e garbo di eloquio. Meno felici sono le sue prove in poesìa. Le sue rime, anche esenti da certi difetti, comuni alla maggior parte de'contemporanei, hanno il sinistro pregio di stancare col soverchio delle grazie e de'vezzi, che degenerano in una vera leziosaggine. L'opera, che lo mantien forse in maggior grido, sono le a Lettere famigliari », che si sarebbero potute intitolare con più verità contro gli atei, o a dir meglio ancora, contro gli indifferenti. Il lavoro è diviso in due part>. L'autore ineomincia dal dichiarar nella prima, che i veri atei, se pur ve n' hanno, sono assai pochi e tratti in errore da eccesso d'orgoglio. I più si fanno atei per quietare i tumulti del euore. Del resto il fatto del culto a qualche divinità, comune a tutte le nazioni, testimonia un istinto universale, che non può essere un inganno della natura. La teoria degli atei, che spiegano la formazione del mondo co' sistemi di Democrito e d'Epieuro, non è che un assurdo. Quanto non s' conforma invece alla ragione la cosmogonia di Mose ! L'esame rigoroso delle diverse filosofie conduce facilmente nella persuasione, che poco o nulla sia dato avvantaggiarsi per esse alla fede, le cui verità non si capiscono meglio che molte cose, pur certe, e naturali e artificiali. Delle diverse filosofie, non esclusa quella di Democrito, possono valersi non senza profitto le discipline teologiche. La materia è troppo difforme ne'suoi attributi dallo spirito, perchè possa produrre il pensiero. 11 caso adunque o l'ipotesi della materia eterna non può accogliersi siccome principio universale. La seconda parte delle u Lettere famigliari », s'abbraccia esclusivamente al Cristianesimo; e j1 discorso s'aggira intorno a'miracoli, a'martiri, alla prodigiosa propagazione della fede e ai caratteri luminosi del foudator della Chiesa. Nelle u Lettere » contro gli atei il Magalotti non si mostra digiuno della teologia, ch'egli avea coltivato in una alle altre scienze. Ma in quelle tu cerchi indarno la facilità e la purezza del dettato de' u Saggi ». Le « Lettere » furono dettate in età alquanto avanzata. Lo studio delle lingue moderne e i viaggi in parecchie provineie d'Europa gli aveano fatto smettere la riserbatezza dall uso di certi modi forestieri, osservata scrupolosamente negli scritti primitivi. All'orecchio de'puristi non possono certo suonar grate nè le forme ora francesi e ora spagnuole, intar-