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CAPITOLO SUSTO.
replicate esperienze questa bella scoperta, precipuo fondamento delle ammirabili teorie, clic in processo di tempo ne scaturirono. Spinge il Grimaldi più oltre le sue ricerche: osserva la dilatazione del raggio cadente sul prisma; comprende ch'essa è l'effetto di duplice refrazione, l'una nell'entrare, l'altra nell'useire dal prisma; ne rappresenta egregiamente il fenomeno eon tavole accuratissime, ed eccolo al punto d'insignorirsi del più bell'arcano dell'ottica, dico della rifrangibilità della luce. Il Grimaldi sei tiene già sotto gli ocelli, lo guardi e riguarda per ogni lato, nò mai
10 ravvisa. Si caccia per il capo, elie questo bel giuuco sia alternativamente una condensazione e refrazione di luce, secondo ehc più o meno refratta gli comparisce; e si lascia miseramente fuggir di pugno questo grande segreto, riservato al più veggente di tutti gli occhi, quello di Newton. Ma si vuol essere giusti. Se il Grimaldi non ò stato sì avventurato di farsene possessore, ne ha però agli A Uri insegnata la via. Il Newton ha cominciato dove il Grimaldi ha imito, ed egli eon generoso candore gliene rende la dovuta giustizia ».
Io non ritornerò su Fi'anceseo llcdi, poeta, letterato , naturalista e meJiel eccellente, benemerito delle Accademie della Crusca e del Cimento, vissuto dal 1022 al 1G97. Mi basti ricordare, che nelle scoperte scientifiche non si scostò mai dal metodo dell'osservazione, bandito dal Galilei. Non è anzi a tacere che quanto all'esperienze in medicina egli era stato preceduto da Santorio Santori di Capod'-stria, vissuto dal 15G1 al 1630 e salito in altissimo grido per la sua medicina statica; ove, esposta la misura delle evaporazioni del corpo umano eoi mezzo di lunghe e ripetute esperienze, corresse molti errori dell'arte. Amicissimo del [tedi, col quale ebbe comune, l'anno della nascita fu Vincenzo Viviani di Firenze. Ultimo de'discepoli del Galilei, com'egli solcasi chiamare, ne segui con amore gli insegnamenti. A trenta sette anni pubblicò la u Divinazione del Quinto Libro delle Sezioni Coniche» d'Apollonio Pergeo; un'opera credutasi sino alloi'a smarrita; e quando due anni appresso useì la versione del geometra antico, scoperto tra' eodici de' Medici, non fu senza grande stupore de' dotti, che il Viviani più che divinato le altrui, avesse condotto innanzi le proprie investigazioni. Fece altrettanto eon l'opera ugualmente smarrita d'Aristeo, che s'intitolava De locis solidis, cui dedicò, inoltrato negli anni, a Luigi XIV, e n'ebbe ugual lode. Fondatore principale dell'Accademia del Cimento, attese eon gli altri a illustrare la scienza di nuove esperienze. Al nome del Galilei eresse un doppio monumento nella vita del maestro, ch'egli dettò eon affetto di discepolo, e nell'opera che intitolò il u Quinto libro di Euclide, ovvero la scienza universale delle proporzioni spiegata eon la dottrina del Galileo ». E seguendo pur le orme del maestro accomodò la geometria all'idrostatica, alla meccanica, all'architettura, all'arte della guerra. Si giovò della geometria nel regolare in una al Cassini l'alveo della Chiana, nel riordinare le fortezze della Toscana, nel misurare le volte architettoniche d' ogni forma e nel eostruirne e quadi'aime d'ogni genere. La squisita molteplicità della dotti'ina del Viviani non isfuggì ai principi d'Europa, e tra gli altri a Luigi XIV, che gli conferì una lauta pensione. Le Accademie di Parigi e di Londra si riputarono a vanto poterlo asci''vere tra soci, onorando in lui 1' uomo che u al Galileo fu discepolo nelle matematiche e compagno ne'travagli ». Morto nel 1703, fu deposto in Santa Croce da ca tto al maestro, col quale, oltre l'instancabile operosità nella rieei'ea del vei'o, ebbe comune la valentia di esprimere in modo conveniente le idee; se pur u nonché accostarsi, non gli entrò forse innanzi, come pensa il Carrer, nello studio felice di maneggiare
11 linguaggio a seconda de' pensieri ».
Giandomenico Cassini, nato in Perinaldo di Nizza nel 1G25, neominciò suoi studi dall'astrologia per dedicarsi, conosciutane da per se stesso la vanità, a quelli dell'astronomia. Professore di matematica a venticinque anni nella Università di Bologna, raccolse le sue osservazioni fatte sulle Comete, e, correggendole teoriche di Ticone e di Keplero, ne rilevò il moto regolare, ne descrisse il eorso, ne predisse il ritorno, ne definì la natura uguale in tutto a quella de'eoi'pi celesti. Puntando