SCIENZE POSITIVE.
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le' posti più eminenti tra i benemeriti del progresso dulie scienze naturali.^ Calunniando sulle orme del maestro arriccili di nuove esperienze lainecca nica, imma-;inò il microscopio a palle di vetro, perfezionò il telescopio, ampliò in più modi rH strumenti dell'ottica. Primo ad attuare il metodo del Cavalieri, trovò una nuova piadratura della parabola, seoperse altre relazioni tra la sfera e il eilindro, misurò solido aeuto iperbolico. Studioso delle teorie del Castelli, determinò il moto^ e a velocità virtuale d'un fluido. Quella per altro, che gli erebbc maggior gloria, u l'invenzione del barometro, eoi quale definì il peso e l'elastieità dell'aria e notò e variazioni dell'atmosfera. Molte delle dottrine del Torricelli sono svolte nelle u Lesioni Accademiche », mirabili non sai più se per la varietà, o la profondità del sa -ere. Qualcuno le giudieò perfette anehe nel dettato, nello stile cioè, nella lingua e nelle iinagini. Quanto a quest'ultime io vi noterei qualche cosa di rieercato ' di lezioso: vi si sente, se eosì m'è leeito dire, l'alito contagioso del seeolo.
Allievo del Castelli e degno emulo del Torricelli fu Giannalfonso Borelli, nato n Pigoli nel 1G08. Da Messina, ove insegnò giovane ancora le matematiche, visitò la Toscana per attingere nuova luee dalla conversazione de' dotti. Se non ri potè conoscere il Galilei, useito appena di vita, non gli mancarono le accoglienze ilei Castelli, del Torricelli e del Viviani. Ritornato a Messina in tempo ài pesti-euza pose l'animo a investigarne le eause e proporne i rimedi eon lo scritto ch'egli pubblicò u sulla origine delle febbri maligne della Sicilia ». Chiamato nel 1654 illa Cattedra di matematica in Pisa, illustrò il suo nome con parecchi lavori, ne' piali riordinò Euelide, commentò gli u Assunti » di Archimede e le « Sezioni Ooniehe » di Apollonio Pergeo, scoperti tra' codici dc'Medici, indirizzò sopra una pia più sicura le teorie sulle comete, sul movimento degli astri medicei, sul sistema di Saturno. Accademieo del Cimento, si rese benemerito della seienza con pareechie esperienze intorno alla congelazione di vari corpi, spiegò la rarefazione dell'acqua agghiaceiata, trovò gli elementi de' liquidi, perfezionò il barometro. Nel doppio trattato latino sulla forza della pereossa e sul moto naturale, esaminò la nt'tlra del moto, dell'impeto, della celerità de'proietti; additò la quantità, la proprietà e proporzioni delle forze derivanti dalle varie specie della percossa, precorrendo il Newton nelle dottrine intorno a' fluidi e nell'attribuire alle cose terrene una forza magnetica. Ritornato dopo alcuni anni a Messina, pose l'animo a vari prodotti terrestri e marittimi della Sicilia; non senza rivolgere gli studi anche all'Etna. Costretto a esulare nel 1669, perchè considerato siccome istigatore di ribellione, riparò povero a Roma, ove visse sino al 1679, sovvenuto da, prima dalle largizioni di Cristina di Svezia e di Leopoldo de' Medici e poi degli Scolopì, elio lo accolsero professore di filosofia e matematica nel loro istituto. Al nome di Borelli erebbc rinomanza l'opera postuma intorno al u Moto degli animali », un trattato latino, dove il grand'uomo raccolse il fiore delle sue vaste dottrine, applicandole alla medieina, e ereando quella nuova meccanica chc costituisce, al dire di un dotto Seolopio, « la parte più bella, più rigorosa e più elegante della fisica animale ». Il Borelli non ebbe certa istituzione letteraria: e però i suoi scritti, per la massima parte latini, lasciano desiderare quel fare disinvolto ed elegante, che pure si ammira in parecchi de' contemporanei.
Propugnatore valoroso delle teorie della meccanica galileiana fu Francesco Grimaldi di Bologna, morto nel 1663 in età di cinquantanni. Correligioso e intimo del Rieeioli, attese ad un tempo agli studi dell'astronomia e della fisica. E vanto di lui l'aver imposto i nomi alle macchie lunari, aceolti universalmente dagli astronomi. Quella per altro che guarentisce al Grimaldi un grado onorato tra' cultori delle scienze naturali è la scoperta della diffrazione della luce, trattata da lui in due libri, dettati in corretto latino. Nessuno, ch'io sappia, valse a mettere in tanta evidenza i meriti del Grimaldi, quanto il Monti in una delle sue a Prolusioni agli studi della Università di Pavia ». « Viene il Grimaldi, egli serive, e seopre la diffrazione del raggio solare, chiamata poi inflessione da Newton, ed illustra eon