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CAl'JTOIiO SESTO.
sotto nessun aspetto il Galilei. Gli scritti di lui, quasi tutti in volgare, sono numerosi quanto e più clic le scoperte. 11 Galilei non si contenta di scrivbre particolarmente d ogni fatto nuovo e d'ogni nuova legge ch'egli sorprende, ina vi ritorna spesse volte sopra, quando a mostrar le attinenze degli uni con 1,-altre ¦ quando a ribattere le opposizioni degli invidiosi, e dei detrattori. I generi ch'Ali predilesse sono la lettera e il dialogo. Si giovò della lettera per trattar, dell autorità d Aristotile del microscopio, della longitudine, delle leggi del moto, dell'invenzioni idrostatiche e di tutte, si può dire, le scoperte celesti. Mirabili sopra tutte sono la lettera al Castelli, dove il grand'uomo discorre dell'uso dell'auto-rita biblica nelle dispute di scienze naturali, c la lettera a Cristina di Lorena intorno al sistema di Copernico. Il Berti avverte non senza ra-ionc, che i due scritti devono considerarsi quasi uno solo, il quale « vinee in novità in altezza e in vastità di dottrina il discorso sul metodo di Cartesio c nel quale sono esposti con ordine e chiarezza maravigliosa i principi, su cui fondasi a criticai moderna ». E al genere delle lettere appartiene pure il « Saggiatore, « indirizzato a Virginio Cesarmi di Roma. Ticon» aveva scoperto per primo che le comete; erano veri pianeti d orbita, qua! più qual meno, cosi elittica, elio nel giro di molti anni si muovono per pochi mesi ed anco per pochi giorni presso il sole, da cu ricevon la luce. Al Galilei, infermo, era mancato modo di esaminare le conclusioni del dotto astronomo con particolari osservazioni. Fidatosi per altro delle relazioni altrui, non badò di confutare le nuove teoriche, sostenendo che le comete si componevano della materia terrestre, solita a levarsi al di sopra dell'aria. Lo scritto usci sotto il nome di Mario Guiducci. Il Grassi, che nell'alunno intravvide il maestro, non si lasciò fuggir l'occasione di contrapporvi sotto il nseudonimo di Alessandro Sarsi la u Libra astronomica e filosofica ». Il « Saggiatore « non è che una replica allo scritto del Grassi. Propugnando le teoriche, bandite anteriormente sotto il nome del Guiducci, non si può negare che il Galilei sia eorso in errore. Ma il molto desiderio intorno al terna principale del libro ò compensato largamente dagli accessori. La fisica riceve dal u Saggiatore « una luce veramente nuova e peregrina. Il Galilei non si ristringe a rilevare gli errori massicci, ehe in fatto d ottica avea sostenuti l'avversario; ma vi discorre da suo pari delle meteore, dell aurora boreale, delle cause de'venti, del flusso e riflusso del mare c di tutti, in una parola, gli argomenti connessi in qualche modo agli astronomici. Vi si discutono inoltre e amplificano alcune dottrine, adombrate appena dagli antichi, intorno al moto, alla materia, al suono, al colore, al ealdo, al freddo e accolte poi, come altrettante verità, dalla scienza. Il a Saggiatore « è il primo trattato di filosofia naturale, dove,_ tolte di mezzo le autorità degli antichi e le opinioni scolastiche e teologiche, si discorre, come mai non s'era fatto, con larghezza e profondità di concetti, accompagnata a novità peregrina di sentenze e a copia straordinaria eli fatti. I critici non temono di annoverarlo tra le opere più he le di critica polemica, che uscissero nel secolo XVII dentro e fuori d'Italia.
La forma del dialogo usò il Galilei nelle u Scienze Nuove » e ne' u Massimi Sistemi », due opere non meno celebri del « Saggiatore ». Nelle « Scienze Nuove » il grand'uomo svolge con molt'ampiezza le dottrine sul moto, delle quali avea parlato in succinto in tre lettere a Guidobaldo del Monte, a Paolo Sarpi c a non so quale altro de' suoi amici. A' quesiti, trattati in altre scritture, ne aggiunge de nuovi; e discorrendo da maestro sommo la coerenza delle parti ne'corpi solidi, la resistenza de' solidi a essere spezzati, la dottrina de' movimenti locali, la scienza deUe proporzioni c la forza della percossa, fonda prima d'ogni altro la meccanica. Ae u Massimi Sistemi » dimostra in maniera affatto nuova il sistema di Copernico, chiarisce difficoltà, corregge difetti, fa apparire in evidente unità l'insieme delle dottrine, che, frantese da'peripatetici e da'teologi, gli furono sorgente di amarezze ineffabili. E ciò che conforta lo spirito nella lettura de'dialoghi così delle « Scienze Nuove », come de' u Massimi Sistemi», sono quelle sublimi verità me-