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Storia della Letteratura Italiana
Il Seicento
Bernardo Morsolin
Francesco Vallecchi Milano, 1880, pagine 170

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO QUINTO.
   vato da Venere, discesa a bolla posta dal eielo. 11 Curo, commosso a questo annunzio, parte e si rcea nel tempio a propiziarne gli Dei. Orfeo, guidato intanto da Venere, scende all'Inferno, piega col canto Plutone e Proscrpina, e ritorna con Euridice, accompagnata da' voti d'un Coro d'ombre e di divinità di quel regno. 11 Coro de' pastori e delle ninfe, compiute le preghiere, corre di nuovo al luwgo, d'onde avea preso le mosse. Digiuno d'ulteriori notizie d'Orfeo, ne chiede .uvano n'primi pastori che incontra. L'incertezza non dura però a lungo. Oltre un min-zio, clic gli avea preceduti di poco, s'affrettano a dileguarla Orfeo ed Euridice istessi usciti allora allora dall'Erebo. L'azione è chiusa dal Coro, che magnifica la potenza d'Apollo, o eon altre parole la magia della poesia e della musica. La tela, com'è evidente, s'allarga assai più che nella « Dafne », vi si f.t maggiore, l'intreccio e i versi si l'addoppiano quasi di numero. E particolarmente notevole il variar della scena, là dove Orfeo discende all'abisso. L' tt Euridice », cantata con note del Peri nella corte di Toscana, ebbe maggiori gli applausi clic non la Dafne.
   Il terzo ed ultimo de' melodrammi del Rinuceini è 1' u Arianna », che si compone d'un numero di versi maggiore quasi ' tre volte di quel della u Dafne ». Ila, come gli altri, il suo prologo, fatto da Apollo; ma l'azione, anziché dal Coro, s'apre da Venere, ehc, presaga del prossimo abbandono di Teseo, invita Amore a consolare Arianna dell'affetto di Bacco. La Dea non ha finito ancora il colloquio col tìglio, ehc i plausi e le grida annunziano l'approdo della nave. Teseo, sbarcato eon Arianna in Nasso, vi passa felicemente una notte; ma la mattina, indotto da' consigli d'uno de' suoi, veleggia solo e non senza grave cordoglio alla volta d'Atene. Arianna, destatasi, cerca invano lo sposo, s'alza, interroga gli astanti e, senza aver una risposta che l'assicuri, corre forsennata in cerca dello sposo. Mentre questi, sbalorditi dell'avvenuto, stanno interrogandosi l'un l'altro, arriva un inesso a raccontare che la donna, giunta al lido e veduta la nave già partita, avea rotto in pianto e in grida disperate. Ricondotta da alcuni pietosi pastori, non è parola che valga a confortarla. La povera abbandonata non sa riaversi dall'angoscia: presa da delirio, ora supplica, e ora impreca al suo Teseo, ma sempre
   Invan piangendo, invan gridando aita.
   La ragione non ha ancora ripreso in lei i suoi diritti, ehc s'ode echeggiare ti lido di plausi, e annunziare da un messo l'arrivo dello sposo. Il Coro, commosso, rompe in un canto, in eui si celebra la virtù maravigliosa d'Amore, quando un nuovo messo si fa a raccontare che dalla nave approdata era secso Bacco, il quale, scontratosi in Arianna c presone dalla bellezza, l'avea condotta sua sposa. Chiude l'azione un coro di soldati di Bacco, ehc festeggia quelle nozze; e al canto fanno eco Amore, Arianna; Venere, ch'esce a bella posta dal mare, Giove, che s'affaccia a un'apertura del ciclo, c Bacco stesso, il quale promette alla sposa un seggio tra le stelle,
   Gloriosa mercè d'alma, che sprezza
   Per celeste desio mortai bellezza.
   L' u Arianna », messa in musica dal Montevcrde, fu rappresentata nella corte di Toscana il ló08 per festeggiarvi le nozze di Cosimo, figlio del Granduca Ferdinando de'Medici. Il soggetto, semplicissimo nella « Dafne », più complesso nel-1' u Euridice », è mirabile nell' u Arianna » non sai più se per l'orditura delle intreccio, o per la varietà delle scene. L'arte stessa del verso vi si mostra di mano in mano più perfetta nella scelta delle parole e nella combinazione delle rime, a seconda dell'ingegno progressivo de' musici, che la venivan secondando, tanto da toccare nel terzo de'mclodrammi un segno insuperato anche da'molti dc'pocti delle età successive. Il Rinueeini e il primo a inventare il recitativo, sconosciuto del lutto ne' drammi anteriori alla u Dafne all' u Euridice » e all' u Arianna >?; ed è un recitativo facile,