Stai consultando: 'Storia della Letteratura Italiana Il Seicento', Bernardo Morsolin

   

Pagina (102/179)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (102/179)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia della Letteratura Italiana
Il Seicento
Bernardo Morsolin
Francesco Vallecchi Milano, 1880, pagine 170

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   LA TRAGEDIA
   93
   Iella reggia. Egisto, ravvisatala di lontano, le corre incontro per ripeterle i sensi .Mia sua gratitudine. Non l'avesse mai tatto. Preso da Eurisio, che dovea legarlo per comando della regina ad un marmo, non sa riaversi dallo stupore, nè pronunciare parola, che non sia di riconoscenza affettuosa:
   E perchè mai fuggir dovrei ? Regina, Xon basta adunque un sol tuo cenno ? Imponi, Spiegami il tuo voler: che far poss'io? Vuoi che immobil mi rendaì Immobil sono. Ch'io pieghi le ginocchia? Ecco, le piego. Ch'io t'offra inerme il petto? eccoti il petto.
   E nell'atto medesimo ch'Eurisio lo lega non sa non proseguire con tutta l'effusione dell'animo :
   Regina io cedo, io t'obbedisco, io stesso Qual ti piace mi adatto. Ha pochi istanti Ch'io fui per te tratto da'ceppi: ed ecco Ch'io ti rendo il tuo don. Vieni tu stessa, Stringimi a tuo piacer : tu disciogliesti Queste misere membra e tu le annoda.
   Merope appressatasegli, armata di un'asta, gli chiede conto del figlio, e vuol sapere come s: scoprisse da Polifonte e quali ne fossero gli ultimi accenti. Il giovane confuso dalla novità del linguaggio dichiara di non capir nulla, e spaventato dalla morte, che gli era minacciata, invoca l'aiuto de'numi, e si duole de'guai procacciati alla madre e al vecchio Polidoro, Commossa al suono di questo nome, Merope sospende i esecuzione del disegno crudele ; e non ha cominciato, si può dire, a interrogarlo di nuovo, quando sopraggiunge Polifonte seguito da buon numero di soldati e di guardie. Sciolto da'nodi il giovane Egisto, cresce il furore nella sventurata regina, che si rafferma nel pensiero della perdita del tìglio; mentre s'avvivano le speranze nel tiranno, che credesi libero da ogni rivale. Ila origine da ciò un dialogo violento, dal quale traspare, che se le cure di Polifonte intendevano a salvar l'omicida, l'animo per lo contrario della donna ne mulinava di nuovo la morte.
   Ridonato a libertà il gióvane s'aggira come per lo avanti per i portici della reggia, Merope, accortasene, s'arma di scure, e sorpresolo addormentato in un angolo l'avrebbe certo finito, ove un incognito, sbucato d'in fra i peristilii, non ne avesso arrostato il colpo e afumato d malcapitato a fuggire. Delusa s'avventa furibonda contro il nuovo arrivato, e l'avrebbe anche trucidato, se questi non si fosse affrettato a svelarsi per Polidoro, che venuto a bella posta di Messene e introdottosi di nascosto nella reggia, le fa riconoscere nello scampato alla morte il giovane Egisto. Li preda alla gioia di sentirsi ancor madre, la regina non sa quel che si faccia; e certo sarebbe corsa nelle braccia del figlio, so non l'avesse dissuasa il timore di mettere in sospetto i satelliti regi. Fermo intanto nell'idea di non incontrare mai più in chi sorgesse a contendergli il trono, Polifonte sembra men sollecito delle nozze con Merope. Il solo Adrasto sa raffermarlo nel primiero proposito, mettendogli sott'occhio la calma che ne deriverebbe per la pubblica celebrazione al popolo tumultuante. Detto, fatto. Invitata a prepararvisi, la regina non oppone, per consiglio de'suoi, nessuna resistenza. A rendere più splendida la cerimonia si dà mano all'addobbo del tempio. Polidoro corre intanto in traccia d'Egisto, lo informa in segreto della sua condizione, gli espone i motivi, che aveano accese le furie di Merope. A calmare nel primo momento gli spiriti bollenti basta appena la parola autorevole del vecchio, chc non fatica a fargli conoscere i pericoli, a cui lo esporrebbe una imprudenza qualunque. Spunta finalmente il giorno delle nozze. Egisto entra con gli altri della corte nel tempio. La stolta contentezza del tiranno e l'abbat-