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Storia della Letteratura Italiana
Il Seicento
Bernardo Morsolin
Francesco Vallecchi Milano, 1880, pagine 170

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   capitolo quinto.
   vi campeggiano. Alcuni critici s'arrestano volentieri dinanzi a quelle, ehe eomunque stranamente contorto, rivelano la forza del genio, e S' compiacciono avvertire, ehe il Milton, se non tolse dall' a Adamo » il eoneetto intero del « Paradiso Perduto », v'attinse almeno il tipo del Satana, ehe s'aggira invidioso della felicità dell'uomo per l'Eden, e le lince principali del concilio de'demoni e della battaglia degli angeli buoni eontro i ribelli. A questo fatto più che ad altro è dovuto, se il dramma dell'Andreini, alla eui rappresentazione assistette in Milano l'epieo inglese, non va eonfuso eon le innumerevoli rappresentazioni del seicento, e se un sentimento d'amore e dieiamo anehe di vanità nazionale annovera l'autore tra'drammaturgi più notevoli del seeolo.
   Inferiori senza confronto all' u Adamo » sono i drammi d'argomento pur religioso, ehe corrono sotto il titolo di saere rappresentazioni. Alessandro D'Aneona, ehe serisse eon dottrina varia e profonda dell'origine del teatro in Italia, ne annovera parecchie, pubblicate in tempi diversi. I soggetti sono ripigliati dalle rappresentazioni saere del secolo XV. Vi primeggia in generale la Passione Idi Cristo, benché vi appaiano talvolta i fatti dell' antieo Testamento, de' Martiri e delle Vergini del Cristianesimo. Diverso da quello degli antiehi è il modo ehe si tenne nel trattarle. Le rappresentazioni saere del seicento difettano, a differenza di quelle del quattroeento, di sentimento profondo. In luogo di questo s'incontra una eerta unzione, talvolta anche larga, di parole, u Chi avesse pazienza di leggerle nulla caverebbe, scrive il D'Aneona, se non tedio e sopore ». E tedio e sopore deriverebbe del pari a ehi si faeessc a sfogliare le molte rappresentazioni smaseolinate, tutte languore, dolcezza, sdilinquimento, ehe si solevano recitare ne'collcgi e ne'eonventi, da ehe v'erano venuti in moda i Presepii, introdotti contemporaneamente anehe nelle ease. Basti ricordare le diciannove u rappresentazioni e trattenimenti drammatici » ehe il gesuita Giuseppe Antonio Petrignani da Montalboddo pubblicava sottb il pseudonimo di Presepio Presepi, e si eompiaeeva ehiamare « Pastoraline o rappresentazioni drammatiche bosehereeeie », avvivate di qualehe u invenzioneella gioconda ». u L'eroe, soggiunge il D'Aneona, è sempre il Bambino, il Pargoletto; e le Pastoraline sono dedicate a'faneiullini, salvo una scritta a eonsolazione delle Vergini. Come si vede, ogni eosa o parola nell'arte del buon gesuita eerca e trova il suo diminutivo; e gli affetti stessi sono un foeherello tepido, ehe non abbrueia, nè riscalda punto ».
   Più elaborate, ma meno pregevoli dell' a Adamo » dell'Andreini quanto ali invenzione e all'intreeeio, sono le molte tragedie d'argomento pur religioso del seeolo XVII. Ortensio Seamaeea, gesuita di Sicilia, morto in Palermo nel 1648, ne scrisse oltre a cinquanta, non immuni sotto qualsivoglia rispetto da' difetti del tempo. Più famoso non tanto per i pregi intrinseci, quanto per la fama dell'autore è l'Ermenegildo dello Sfoi'za Pallavicini. A renderlo accetto a'eontemporanei non valse però nè il diseorso apologetico, premesso alla seeonda edizione, nè la trasformazione in elegante latino del francese Porrèe. Men difettose sono inveee le tragedie d'argomento profano. Gli storiei della letteratura ricordano con qualehe compiacenza il « Tancredi » di Ridolfo Campeggi da Bologna, le u Gemelle Cai poane e l'Aleippo » d'Ansaldo Ceba, la « Cleopatra, la Lucrezia, il Medoro e il Creso » di Giovanni Delfino di Venezia, e la « Rosinunda e la Belisa » d'Antonio Mul scottola. Più degno di menzione per la novità dell'invenzione e la convenienza dello stile è il « Solimano » di Prospero Bonarelli d'Ancona ; e superiore ad ogni altra per la bontà della forma e la naturalezza dell'intreccio si giudiea aneora u l'Aristodemo, » di Carlo de'Dottori, l'autore dell'' Asino ». Se v'ha difetto, sta speeialnicnte nella qualità di eerte imagini, e nella natura del verso, ehe più ehe allo stile tragico converrebbe forse alla liriea. Pregi e difetti pressoché uguali, ove ne eeeettui la maggior correzione delle imagini hanno le cinque tragedie del Gravina, ehe si eolloeò da sè a canto di Sofocle, ed ebbe in aperto le lodi, e di nascosto le eensure del signor di Voltaire. Il Settembrini non vuole ignorato, nò dimenticato il u Corradino >,