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LA IMKMATICA.
Commedia: Michelangelo Buonarotti — '.Nicolò Amenta — Girolamo
Gigli — Giambattista Fagiuoli — Luigi Rickoboni. Tragedia: Giambattista Andreini — Ortensio Scamacca — Sforza Pallavicini — Carlo Dottori — Pieriacopo Martelli — Scipione Maffkì
— Antonio Conti.
Melodramma: Ottavio Rinuccini — Francesco Silvani — Ottavio Tronsa-relli — Matteo noris — Giannandrea Moneglia — Filippo Acciaiuoli
— Apostolo Zeno.
L'età del rinaseimento, intesa a risuscitare la vita intellettuale e morale degli antielii greei e romani, avea posto uno studio particolare alle rappresentazioni teatrali. Ma questo studio più ehe agli edifici s'era rivolto all'arte drammatica. I teatri sorgevano generalmente d'improvviso a seeonda degli spottaeoli, nè la lor vita si potea dire più ehe temporanea. Tutto lo sfoggio dell'arte, che si profondeva nell'apparato, non bastava a farli conservare, compiuta la rappresentazione. A quel ehe non si feec nel cinquecento, pensarono gli uomini del seicento. Gli edifici per gli spettacoli non furono però, ehe riproduzioni degli antiehi. All'Olimpico, erettosi in Vieenza verso la fine del cinquecento, tennero dietro il teatro di Saponetta, condotto su disegno di Vincenzo Seamozzi, e l'altro assai più vasto di Parma, ideato da Giambattista Alsotti. All'antieo non si rinunciò, che sull'entrare del secolo deeimottavo. 1 teatri moderni si moltiplicarono d'allora in poi eon una rapidità senza esempio. In capo a cinquantanni non vi aveva, si può dire, città la quale ne andasse sprovveduta. Va ricordato per la straordinaria vastità ed eleganza il teatro San Carlo di Napoli, eretto nel 1737 dal Carasale su disegno del Medrano.
Con gli edifiei si moltiplicarono anehe le compagnie drammatiche. Non ehe nell'età precedenti si difettasse di attori. Aleuni s'erano anzi procacciata una fama così larga da esser ricordati nella storia dell'arte eo'nomi stessi de'personaggi, rappresentati da lor sulle seene. Ma molti di quegli attori e forse i più reputati non esercitavano l'arte, ehe nelle grandi oeeasioni e per puro diletto. Col seicento invece si costituirono certe compagnie, ehe viveano eselusivamente sulle scene. Ebbero fama d'assai valenti quelle cle'Gelosi, cle'Confidenti, de'Fedeli e degli Uniti. Campo a'ioro esercizi fu non la sola Italia, ma la Germania, l'Inghilterra e la Francia. Devesi anzi ad alcuni degli attori più valenti la riforma di pareeehie tra le maschere italiane, indispensabili specialmente nelle rappresentazioni delle commedie del seeolo deeimo settimo e del successivo. Domenico Biancolett», Giuseppe Angcleri, Salvator Rosa, Giuseppe Monealvo, Michelangelo da Frieassano, Tiberio Fiorilli, Giuseppe Tortoretti ravvivarono alla lor volta le maschere d'Arlecchino, di Brighella, di Coviello, di Meneghino, di Pulcinella, di Scaramuccia e di Pas'juariello.