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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
Troppo lileri a un tempo e troppo arditi, D'amaro assenzio e di veleno aspersi, lìisponderò, che a'più nascosi liti Del mondo io parlo, a'Garamanti indegni, Agli Strigoni, Antropofaghi e Sciti. Largo conoscitore dc'tempi, in cui visse, fu invece Benedetto Meftini, il a noeta pazzo », ' 1 Che nacque in tre mattoni a Eubaconte, nel 1646. Povero di beni di fortuna e necessitato aleuna volta a contrastar col bisogno campo, ne primi anni, la vita, professando rettorica pubblieamcnte in Firenze sua patria. A trarlo di miseria si provarono inutilmente Vincenzo Salvia!, il Redi, il Bellini il Dati il Magalotti e il Salvini. A'ioro eforzi, indirizzati a metterlo nella grazia della eorte de Medici, controoperò eon maggiore efficacia l'astuzia del Magliabeeehi e di altri maligni avversari. Deluso nelle speranze d'una cattedra a Pisa, il Mcnzini passo in Roma al servizio di Cristina di Svezia. Compose in quell'ufficio i einque libri dell a Arte Poetiea », ov'espose, come un tempo Orazio nell'Epistola a'Pisani 1 preeetti del buon poetare. Il Baretti non seppe riconoseerc in essa ehe un'ampollosa pedanteria dal primo verso lino all'ultimo. Io non dirò, che il poema del Menzini ^si deva qualificare come un lavoro originale. Le cose, che vi si dicono son tutt altro elle nuove. Il eompito dell'autore sta piuttosto nel raccogliere, ordinare e fondere insieme quanto s'incontrava di meglio negli scrittori dell'età precedenti. Ciò non toglie per altro ehe « l'Arte Poetiea » sia un libro, degno di considerazione per la bontà de'preeetti. La terzina stessa, nella quale è dettato il poema eorre facile e chiara, quale s'addiee a un'opera didascalica, non senza elevarsi, quando lo esiga la materia, a uno stile più nobile. Bellissimo è tra gli altri lo squareio sul sublime, dove il poeta avverte saggiamente, ch'esso non può stare unicamente nel suono reboante del verso, Perchè l'alta del grande origin sono I gran pensieri e di febea faretra Fulmini i sensi e le parole il tuono. E de'buoni squarci di poesia s'incontrano nell' « Istituzione Morale », un eccellente poemetto pur didascalico in versi seiolti, non indegni di equipararsi a quelli della versione di Lucrezio del Marchetti. Caduto nuovamente in povertà per la morte di Cristina, il Mcnzini visse per qualehe tratto di tempo eoi denaro, eli'egli veniva traendo da buon numero di panegirici, di prediche e perfino d'un intero quaresimale, venduti a chi, professando l'oratoria sacra, non vergognava d'abbellirsi delle penne del pavone. In capo a soli sei anni, ne'quali si riebbe appena aleun tratto per i temporanei servizi a qualche Cardinale, potè, canonico di Sant'Angelo in Pescheria e famigliare del papa, godere d'un provvedimento, ehe gli concedesse d'attendere senza interruzione agli studi. Inressun altro tempo fu eosì operoso, quanto negli ultimi anni della vita, che dal 1695 si protrassero al 1704. Sono di quel tempo la versione de' u Treni di Geremia », 1' a Accademia Tusculana », uno scritto bucolico, foggiato sull' u Ar-
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