1ÒI> capitolo quINto.
soggetti, clic rivelassero in lui un largo conoscitore (lolla filosofia degli antichi. 1 suoi dipinti rapprcscntaio, per una gran parte, avvenimenti relativi a'sav di Grecia. E l'erudizione è quella ugualmente, chc tiene il campo, a seapito anche del sentimento, in ciascuna delle satire. « La smania di comparire saputo dell'antica filosofia e filosofo egli stesso » tu u hi scnt:., scrive il Carducci, nelle tirate stoiche delle satire in tutta quella istoria versificata a spese di Diogene Laerzio, di Valerio Massimo c di Plutarco. Ritrovi la pompa, di clic amava circondarsi e lo sfarzo delle comparse a Napoli e a Roma, in quella erudizione, chc opportuna o no, egli accumula nelle sue terzine, in quella fila di nomi geografici, mitologici c storici (alcuni errati), di chc rimpinza talvolta le molte pagine. Scorgi per entro le satire i luogh', ov'egli si compiace c pompeggia a mostrarsi bene in arnese anehe in materia di dottrina ; riconosci le terzine, eh'egli avea preparate a far grand'effetto, ed i versi, per i quali aspetta l'applauso e le smanaeeiate degli ascoltatori ».
Il Rosa avea sortito dalla natura un ingegno vario, moltiformc, versatile. Ma quest'abbondanza dell'ingegno anziché giovare nocque non poco alle satire. Più clic all'effetto salutare sull'animo altrui, si direbbe, eh' egli amasse far pompa di sè. Ciarliero, quanto ingegnoso, non si appaga di significare in un sol modo, fosse anche il migliore, le cose. Espostele una volta, gode rifarvisi sopra: u si laseia e si ripiglia, come dice il Giusti, per tornare a lasciarsi e a ripigliarsi cento volte; vanga e rivanga uno stesso pensiero e te lo rivolta da tutti i lati, come se faccettasse un brillante ». Non c raro anzi il caso, ch'egli ripeta in una satira, non dirò le parole, ma i concetti, espressi in un' altra. Le tirate, specialmente contro l'ipocrisia, l'adulazione c certi capricci delle donne, s'incontrano con le frasi, per non dire con le rime medesime, in più luoghi. E in più luoghi si ripetono le stesse sentenze, gli stessi nomi, gli stessi motti e gli stessi esempi della mitologia c della storia degli antiehi. Vi si sente, come ho detto, la foga della ciarla napoletana, e u il fare dell'uomo avvezzo in palco a spassare la brigata ». L'efficacia, a dir breve, si rallenta e smarrisce spesso, oppressa dalle lungaggini e dalle ripetizioni ; tanto da doversi accogliere, come vero, almeno nelle generali, il giudizio dello Sforza Pallavicini, chc udite le satire, non anco pubblicate, dalla viva voce dell'autore, ebbe a dire, che u a pezzo a pezzo c'erano di bellissimi squarci ».
Riprovatorc de' difetti letterari del seicento, il Rosa non sa niantencrvisi immune del tutto. Concittadino del Marini e vissuto ad un tempo coH'Aehillini e col Preti, dà talvolta, senz'anche volerlo, in forme esagerate e leziose. 11 verso stesso difetta di quella varietà musicale nelle eadenze e ne'suoni, chc fa tanto pregiata l'ottava dell' u Adone ». Più ehe il fare gaio c gioviale del eomico senti nella terzina l'aria solenne del declamatore. Lo studio stesso d'atteggiarsi a stoieo c a moralista lo fa uscire talvolta in forme e in espressioni, se non laide, per lo meno triviali. Ma questi sono difetti, chc si perdonano volentieri al poeta, che conoscitore de'vizi del tempo seppe serbarsi incontaminato dalla corruzione universale e rompere sdegnoso in que' u generosi rabbuffi », da'quali confessava d'aver pure imparato anche il Giusti. In un secolo, quale fu quello della tirannide spagnola, non ò certamente piccolo atto di civile coraggio l'aver gridato senza paura a'poeti del tempo:
Dite senza timor gli orrendi stridi
Della terra, che invan geme abbattuta, Spolpata affatto da'tiranni infidi.
Dite la vita infame e dissoluta, Che fanno tanti Roboam moderni; La giustizia negata e rivenduta.
Dite, che a'tribunali e ne'governi
Si mandan sempre gli avvoltoi rapaci; E dite le oppression, dite gli scherni,