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Storia della Letteratura Italiana
Il Seicento
Bernardo Morsolin
Francesco Vallecchi Milano, 1880, pagine 170

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a cura di Federico Adamoli

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   Più manifesta si fa la satira nello due centurie de' « Ragguagli di Parnaso » e nella terza della a Pietra del paragone politico » a clii dalle generali diseenda ai particolari. In quest'ultima, che pure sta da sè ed è più strettamente politiea, il Boeealini getta il ridieolo sul governo degli Spagnoli, sulle costoro angherie, sulla devota e bestiale sommessiune de' principi italiani. I ministri spagnoli vi sono ratììgurati quasi altrettante sanguisughe così fitte e così u grosse, che somigliano le anguille del lago di Marta, oppure quelle delle valli di Comacchio ». Nulla vi si giudica eosì opportuno a mitigare nella Spagna la sete del dominare, quanto I apertura di un eauterio ; per il quale si purghino u gli umori grossi, che dal Perù le calavano nello stomaeo ». Senza sì fatto emissario si prevedeva il pericolo, « ehe gli umori perniciosi del Pera salissero al capo d'Italia con manifesta rovina delle membra principali, rimaste libere » e che u la Spagna cadesse nell'idropisia d'una monarchia universale ». Chi bramasse riscontrare tutta la satira politica della u Pietra del paragone, » non ha, che a leggere il dotto lavoro, nel quale Leopoldo Galeotti riannette con mirabile valentia le fantasie e le sfuriate del Boccalini agli avvenimenti d'Italia nel secolo decimo settimo. Ne' u Ragguagli di Parnaso » per lo contrario la satira ò più spesso letteraria e morale. Derisore dei filosofi dell'età sua, intesi più a u imparare i nomi, che le cose », il Boccalini imagina, clic Apollo commetta a Pico della Mirandola il difficile compito di accordare il sistema di Platone con quel d'Aristotele. I letterati, che sconoscono l ufficio loro, eondanna ad essere euciti vivi in un sacco, e gettati nel fondo della fonte d'Aganippe. Taccia di sfacciataggine i volgari seguaci del Petrarca. Fa segno a suoi frizzi gli Accademici, che si arrabbattano per una lettera dell'alfabeto ; i commentatori, che frantendono le opere prese a dichiarare, i parolai, che soffocano il concetto entro una immane congerie di frasi; i poeti, ligi alle regole d'Aristotele, copiosi, se vuoisi, ma non castigati; i pedanti finalmente, che nella critiea s'arrestano alla corteccia senza penetrar nel midollo delle cose.
   Tra le compiacenze del Boccalini fu quella d'aver trovato un nuovo metodo di mordere, filosofando, i vizi degli uomini, u Delle cose politiche e morali seriamente hanno scritto, dic'egli, molti begl'ingegni italiani e bene; con gli seherzi e con le piacevolezze niuno, ch'io sappia. Questa piazza, come vuota, questa materia, come nuova, mi sono proposto di occupare e di trattare io con quella felicità, che dirà il mondo ». I critici non menarono buono al Boccalini questo vanto. E veramente non si può negare, che Luciano e Apuleio tra gli antichi, il Gelli, il Doni, il Caro e il Bruno tra' moderni gli avessero già dischiusa la via. E forse non ebbe tutto il torto l'Eritreo, quando disse che il Boccalini togliesse il concetto primo del-1 opera sua da Nicolò Franeo, e più particolarmente da Cesare Caporali. Chi si facesse a raffrontare i « RagjxuajHi di Parnaso » non tanto con la u Vita di Mecenate »
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   quanto eon la u Descrizione di un viaggio in Parnaso », con 1' «Esequie di Mecenate » e sopra tutto con gli u Avvisi di Parnaso », tre poemetti festivamente faceti del perugino, incontrerebbe di analogo, per non dir di comune, il Menante, che manda le notizie dal Parnaso agli uomini, la dieta presieduta da Apollo, gli ufficiali dello stato, il collegio de' poeti, a' quali è demandato il giudizio intorno a' meritevoli della corona d'alloro, e non pochi altri particolari. E tutto il torto non ebbero forse i detrattori in letteratura, quando hanno detto che, nuovo Terenzio , aiutato nella eomposizioné delle sue commedie da Furio Pio , da Scipione l'Africano e da Lelio, il Boccalini fosse sovvenuto nella materia de' a Ragguagli » da uomini di gran nobiltà, eo' quali usava alla dimestica in Roma, e segnatamente dal cardinale Bonifacio Gaetani, che gli fu liberale più volte di largizioni in denaro. Ben ebbero il torto, quando, disconoscendo la particolarità della materia, la novità della condotta singolarmente capricciosa e il fare arguto e pratico de' a Ragguagli di Parnaso », negarono rieisamente quella nota di originalità, di cui si gloriava il loretano. Non s'acecrsero cioè, che u le particolari invenzioni per entro i singoli componimenti, hanno, eome avvertì il Mestica, il