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Storia della Letteratura Italiana
Il Seicento
Bernardo Morsolin
Francesco Vallecchi Milano, 1880, pagine 170

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a cura di Federico Adamoli

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   g(j capitolo quarto.
   do' suoi tempi, e, secondo i meriti, giudice inesorabile e arcigno, loda e condanna ». u 11 suo, soggiunge, anziché una illustrazione dello scrittore latino, può dirsi una raccolta copiosa e variatissima di peregrine notizie e di osservazioni eritiehe sui governi contemporanei d'Europa, e specialmente d'Italia, ma più che altro sulle azioni e i personaggi della eorte pontificia, ch'egli conosceva a maraviglia ». L'autore ehe li teneva ben custoditi a dalle mani lunghe de' principi », considerava i a Commentari » anche per la più eccellente delle sue opere. Ma non è per questi, ehe il nome di lui corre più conosciuto. 1 lavori, clic ne levarono in alto il grido, e gli garantiscono un posto onorato tra gli scrittori del secolo, sono i u Ragguagli di Parnaso » c la u Pietra del paragone politico ».
   Attcsta un biografo ehe il Boccalini spiccasse, giovane ancora, tra' poeti più egregi del tempo e dettasse buon numero di versi eleganti. A giudicarne del merito toglie or modo lo smarrimento totale di que' componimenti. 11 difetto del ritmo non impedisce però, che il Boccalini si riveli veramente poeta nell'uno e nell'altro de' due scritti, a' quali egli deve particolarmente il suo grido. 1 u Ragguagli di Parnaso » e la u Pietra del paragone politico », clic si vogliono considerare un unieo lavoro, essendo la seeonda l'ultima parte de' primi, non è un trattato, nò una serie di dissertazioni, scritte in gelida prosa. E invece un componimento, dove la forma fantastica c l'essenza satirica rivelano le doti più eminenti del poeta. Pochi furono così profondi osservatori de' difetti dell'età propria, come il Boeealini. Letterato e uomo di governo non rivolse l'animo ad argomenti, che gli fossero estranei. Attese inveee a rilevare e a mordere i vizi, che gli si manifestavano nella politica c nella letteratura. Ne' a Ragguagli di Parnaso » e nella u Pietra del paragone politico » si rappresenta una società di virtuosi, come gli qualifica l'autore, nelle scienze, nelle lettere, nelle arti, nella politica c nelle armi. Vi si agita e;oò a un mondo ideale, popolato degli uomini più illustri d'ogni tempo e d'ogni nazione » sotto l'alta sovranità d'Apollo c delle Muse. 11 regno è diviso in repubbliche, in principati e in governi. Le alte dignità sono tenute da' sommi per dottrina e per esperienza. Il consiglio reale la il suo presidente, il gran cancelliere, il registratore segreto de' precetti morali c il eensore politieo de' principi. A riferire sulle diverse questioni di letteratura, o di politica sono designati uomini competenti per isquisita conoscenza delle discipline diverse. Altri giudica di argomenti storici, altri di argomenti politici, ed altri di cose letterarie. Alcuni eonsigli o magistrature sono, nè più nè meno, una vera contraffazione di eerte congregazioni della euria romana. Sotto l'allegoria di certi nomi si rileva senza fatica ora il collegio de' Cardinali, ora il tribunale della Ruota romana, ed ora la Congregazione dell'Indico. Stanza della società è il Monte Parnaso. L'autore, scrive il Galeotti, pone in esso .. le stesse passioni di quaggiù, gli stessi abusi, le solite miserie, i eonsucti pettegolezzi, i medesimi guai; e al tribunale supremo d'Apollo fanno capo i lamenti de' popoli, le eontesc de' principi, le gare de' letterati, quanti infine sogliono essere i disturbi di questo misero mondo. Apollo ascolta, giudica, provede ora eoi parere de' sapienti, ora col buon senso, ove sapienza non giunge, talora con serietà taeitesca, tal altra eon le facezie di popolano. Il Boccalini sotto nome di Menante è il Gazzettiere Officiale di quell'impero, e co' suoi u Ragguagli » tiene edificato il pubblieo di quanto succede in Parnaso ». La società, ehe vi si muove e vicn punta dalla satira, è la stessa, in mezzo alla quale vive e s'aggira lo scrittore. Sono i principi in continua bizza gli uni contro gli altri per gelosia di preminenza ; sono i ministri e i prelati gareggianti di salire per libidine di dominio; sono i cortigiani folli c istupiditi nelle cerimonie e nelle adulazioni a ehi siede più in alto; sono gli scrittori e i poeti, ehe prostituiscono l'arte per vigliacca sominessiuiic a' potenti. Non è raro il caso, ehe la satira eolpisea de' suoi frizzi il sovrano medesimo. Apollo, comunque mite e giusto nell'amministrazione del suo regno, non lascia talvolta d'ostinarsi, di rompere in ire, d'appigliarsi a partiti capricciosi, a foggia di molti ehe maneggiano il méstolo.