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CArjTOLO TERZO.
u Rune del Borni e de' Bcrnicschi », il u Deeamerone del Boccaccio », sono le opere pubblicate da lui ne' primi dieci anni del suo soggiorno a Londra. A quest'edizioni tennero dietro parecchie traduzioni dall'inglese ora in prosa, ora in verso: in prosa gli u Avanzi di Roma antica » dell'Owcrbckc, c la u Cronologia Jfgl antichi regni » emendata dal Newton: in verso il u Paradiso Perduto » del Milton c l'u Ester e l'Atalia ». Nella versione del u Paradiso perduto » il poeta spese ben tredici anni. Il vanto d'aver fatto conoscere per primo il più grand'epico inglese agl'Italiani non fu pari in lui al pregio della versione. I contemporanei, che gli seppero grado della dotta vita del Milton e delle difese di questo e del Tasso dalle censure del Voltaire, non fecero buon viso a un lavoro d' u una fedeltà al testo, che parve infedeltà alle tradizioni dello stile poetico italiano ». E cosa inen che mezzana sono egualmente le versioni della u Bucolica » di Virgilio c delle u Odi » di Anacreonte, chc il Rolli, iniziato appena nel greco dal Coci hi, esemplò sulla latina del Barnes c del Maittairc.
Ma non è per sì fatti esercizi poetici che si ricorda ancora il nome del Rolli. Quelle che gli serbano ancora un posto onorato nel Parnaso italiano, sono le rime c in modo particolare le canzonette. I contemporanei trovano diverse le composte in Inghilterra dalle dettate in Italia, ove raccoltosi a sessant'anni visse il poeta sino alla morte, avvenuta in Todi nel gennaio del 1705. Le seconde, quali i com ponimenti ad Egeria, vincono, a giudizio loro, di merito le prime e tra le altre le indirizzate a Lesbia. Ciò che le rende pregevoli c sopra tutto una certa passione naturalmente delicata, e quella tanta soavità e chiarezza, che tu cercheresti indarno nelle canzonette de' contemporanei. Anche difettive in qualche parte dell'amabilità d'Anacrconte, del sentimento di Catullo, della tenerezza di Tibullo e d'altri de' pregi, attribuiti ad esse dal Bertola, dal Carrer e da qualche altro, voglionsi annoverare tra'fiori più eletti de'poeti d'Arcadia. Qualche durezza e certe lungaggini e ineleganze prosastiche non bastano a far credere che il Rolli compensasse, com'ebbe a dire il Coltellini, u con applicazione improba e di schiena la tardità organica del suo cervello ».
Non è questo il luogo di discorrere particolarmente del Metastasio, nato in Roma il 1698, nè di rilevare in lui il perfezionatore del melodramma. Nessuno ignora quali allori cogliesse a Napoli, a Roma ed a Vienna, ove morì poeta cesareo nel 1782; nessuno ignora, come non solo i popoli civili d'Europa, ma gli Ucraniesi di Pultava c i Mulatti di san Salvadore udissero c recitassero i versi di lui. Qui basti ricordare il compositore di canzonette, inferiore per eleganza al Rolli, ma superiore, anzi unico, per la spontaneità, per la finezza, la delicatezza, la copia. Poche poesie ebbero la popolarità della canzonetta u a Nice ». Tradotta in tutte, si può dire, le lingue d'Europa e tra' più famosi dal Rosseau, ebbe questo di particolare, che gli stranieri stessi, e particolarmente gl'Inglesi e i Francesi, anche non troppo conoscenti della lingua italiana, preferirono di recitarla, come attesta il Baretti, nella sua originalità. E nel 1821, quando corse voce che il Borbone avesse accettata la costituzione di Spagna, si sa che l'intercalare imposto dal Rossetti al popolo commosso e festante, furono i duo versi:
Non sogno questa volta,
Non sogno libertà.
Meno dolce, meno spontaneo, men corretto del Rolli e del Metastasio, è Tommaso Crudeli, nato in Siena nel 1703. Ne' quarantadue anni ch'egli visse, intese sopra tutto a spargere il ridicolo sulle svenevolezze degli Arcadi. I suoi sentimenti non sono però de' più-corretti, u L'Arte di piacere alle donne » odora talvolta d'epicureismo, e lascia trasparire qua c là certa imitazione del poema di Lucrezio. De' componimenti in verso sono perfetti, se così è lecito dire, gli apologhi. Le rime amorose si scostano non poco dalla bellezza e dalle maniere del