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fuori, è dovuto segnatamente se fu tratto, ancorché inoltrato negli anni, da quell'eremo e degnamente onorato. Creato senatore, per opera segnatamente del Redi, spese gli ultimi tempi al servizio dello Stato. Commissario a Volterra e a Pisa, seppe aBministrarc coti imparzialità la giustizia e guadagnarsi ad un tempo la benevolenza delle moltitudini. Morto, benedetto da tutti, nel settembre 1707, fu deposto da prima nella chiesa di S;tn Pietro in Firenze, e trasportato da poi ili quella di Santa Croce.
Narra il Fabroni clic i primi versi furono ispirati al Filieaia dall' amore ehe
10 prese, assai giovane, d'una fanciulla bellissima. Non corrisposto, gettò alle fiamme l'opera sua, ne volle trattare ulteriormente argomento alcuno, ehe non fosse saero, od eroico: Tra lo rime del Filieaia tu cercheresti indarno un componimento amoroso. I suoi sonetti e le sue canzoni, ad eccezione d'alcuni, suggeritigli dall'occasione, ritraggono sempre sentimenti intimi, religiosi, o politici. Negli uni e nelle altre il poeta non c, come i più del suo tempo, un declamatore di mestiere. Ciò eh'egli detta, toglie, si può dir sempre, l'ispirazione dal cuore. Non è il vezzo, comune a' più del seieento, che lo trae a parlare di se, delle cose sue, de' suoi tìgli. E invece il dolore intimo e profondo del cuore paterno, eui 1' avversa fortuna impedisce di soddisfarne convenientemente i bisogni: è la gratitudine viva c potente verso chi gli porge la mano a sollevarlo dalla miseria: è il cordoglio vero e sentito ehe lo prende al vedersi dileguare d'attorno gli uomini più insigni per virtù e per sapere. Poche poesie sono così belle come il u primo Sacrifizio », ove descrive e compiange le sinistre eondizioni della famiglia, e come la u Poesia », nella quale etfonde la riconoscenza dell' anima sua verso Cristina di Svezia , ehe s era accollata l'educazione de' suoi figli.
Nè la religione c in lui un sentimento di ostentazione affettata, voluto più che altro* dall'andazzo del secolo ipocritamente corrotto. Giovane, come vecchio,
11 Filieaia non lascia mai di compiere quegli atti religiosi, da' quali, vero credente, attinge conforti» soavi e sicuri ne' dubbi casi della vita. Alla religione sono dovute le terzine alla u Vergine », la canzone alla « Madonna nel Presepio », sempre bella, in onta anche alle reminiscenze petrarehesehe , e il sonetto alla u Divina Provvidenza », del quale solca compiacersi altamente quel giudice intelligente di versi, che fu Vincenzo Monti. E alla religione, altamente sentita, ispiravasi in lui la politica. Nelle vittorie della Mezzaluna egli vedeva in pericolo non tanto il benessere e la quiete materiale della Cristianità, quanto la civiltà e le credenze di quella fede nella quale soleva affidarsi colla semplicità d' un fanciullo. E però nelle canzoni su Vienna liberata dall'assedio de'Turchi pare erompa la voce dell' Europa, implorante dall'alto la salvezza, che le è vano sperare dagli uomini. E al Filieaia vuoisi pur saper grado d'aver gridato, nel comune torpore, all'ignava sonnolenza d' Italia. I mali tutti, da' quali era forza ripetere le cause del miserando servaggio, sono compendiati ne' sei famosi sonetti e nella canzone all'Italia. Tu senti in essi il timore, o a dir meglio le strida del figlio, ehe, conseio del pericolo, si fa a destare dal sonno la madre, le rimprovera le discordie intestine, la richiama agli esempi dell'antico valore, la prega e la scongiura a non
Pugnar col braccio di straniere genti
Per servir sempre vincitrice o vinta.
Non io dirò, dopo questo, che il poeta sentisse l'Italia nel cuore, quale si sforzava di rappresentarla eon le parole. Certi tocchi sfumano in soverchie generalità per far credere che l'aeecnto gli uscisse veramente libero e franco. Vi si sente piuttosto la circospezione e la paura di tornare men gradito a' potenti, a' quali il poeta si professava ossequente. Quel rifarsi più al passato chc al presente, quel richiamarsi al concetto d'un'Italia che fu, piuttostochc d' una Italia da costruirsi sulle nuove basi volute da' tempi, danno aria, eome avverte il De Sanctis,