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CAriTOLO terzo.
Vocabolario, suggerì correzioni eonfornii a scienza e a natura. Negli seritti di ciascuna di sitfatte materie, il Redi e prosatore facile, elegante ed amabile. Conoscitore delle grazie della lingua, sa usarne eon vera proprietà. Un tal quale artifizio nello stile e quella pro'issità ehe s'incontra in generale negli seritti de' medici, sono i difetti di eui si potrebbero appuntare specialmente le lettere.
Il Redi ebbe grido a' suoi tempi di naturalista e di medico sommo non solo in Italia, ma fuori. La scienza, se collo sceverare in processo di tempo il vero dal falso parve scostarsi dal giudizio de' coetanei, non osò peraltro menomargli il vanto di scrittore dotto ed elegante. E questo titolo gli si conviene non sai più, se nella prosa o nella poesia. Le sue rime amorose, modellate, se vuoisi, su quelle del Petrarca, meritano una particolare eonsidcrazione per la spontaneità dello stile e per la nitida trasparenza de' concetti. Alcuno trovò, non so come, che a' pensieri ingegnosi non corrisponda in esse « la eleganza della dizione ». Io penso invece che per questo il Redi non abbia nel secolo in cui visse chi possa rivaleggiare con lui. Ciò ehe lo accomuna agli altri, sono piuttosto i pensieri che aecusano, come ne' cinqueeentisti, il coneepir del Petrarca. In una specie sola di lirica il Redi si solleva dal comune e, per dirla con Dante, si fa parte da se stesso. Nel ditirambo, tentato già con qualehe successo dal Chiabrera e dal Testi, se non fu, come alcuno vorrebbe, originale, tocca però un grado a eui molti si provarono invano d'accostarsi. Il u Bacco in Toscana » non è un intreeeio delle varie favole mitologiche intorno al Nume del vino. Il poeta immagina che questo Dio, venuto di Oriente, fermi il suo soggiorno in Toscana , e inebbriato nell' assaggio de' molti vini che vi si producono, esca in un di que' monologhi, a cui si sentono tratti irresistibilmente certi bevitori di natura gaia e gioviale. Nell'insieme del dit rambo v'ha, se così si può dire, un tale rimescolamento di conectti e d'immagini, che .i paiono di primo tratto interamente sconnessi. Si direbbe chc la poesia tolga ispirazione, o si lasci dominare, a dir meglio, dagli effetti curiosi che suole produrre nell'uomo la forza del vino. Vi si notano di mano in mano tutte le metamorfosi e tutte le alterazioni del linguaggio, che cominciano dal brillo, e si succedono gradatamente sino al briaeo fradicio. Ma questo non so che d'irregolare e di strano, cui danno risalto maggiore i voli improvvisi e l'assiduo mutamento del metro, non ò che apparente. Il delirio che anima costante il ditirambo, è condotto nvece da una ragione, quanto giusta, altrettanto sottile. In nessun altro componimento trasfuse il poeta, come in questo, immagini c pensieri, tratti dalle scienze, eli' egli coltivava con sì felice suceesso. Se v' ha qualehe cosa che stuoni eon 1' insieme del eomponimento, è l'intrusione di eerte voci c di certe maniere di dire, tutt'al-tro che popolari. Viene da ciò, ehe i coneetti stessi della scienza, auziehè farsi intelligibili, rimangano oscuri. Non farà certo un gran conto del dit!rainbo del Redi chiunque nega alla poesia ogni altro ufficio che non sia civile o inorale. E veramente nessun sentimento ehe nobiliti l'anima umana, vuoisi attendere da un canto, che si può dir da taverna. Il u Bacco in Toscana » potrà apprezzarsi adeguatamente da coloro soltanto chc, più che allo scopo, guardano in esso alla perfezione dell' arte. E nelle note molte c sapienti che lo corredano, avrà un pascolo il filologo e 1' erudito, che indaga la ragione e la genesi d'ogni sentenza, d'ogni motto c d'ogni parola.
Più conosciuto, almeno nelle scuole, d^l Testi, del Redi, e dirò anche del Chiabrera fu, sino a tempi non molto remoti, il senatore ncenzo da Filieaia. Mandato da Firenze, ove nacque il 1G42, allo studio di Pisa, attese inde esso alla giurisprudenza. Delle ore di ricreazione e delle vacanze autunnali si giuvò ad addestrarsi nella filosofia, pigliar notizia della teologia, apprendere la musica, nella quale divenne eccellente, ed esercitarsi soprattutto nella poesia latina e volgare. Padre di famiglia, non ebbe propizia la sorte. Vulnerato ne' beni di fortuna, visse a lungo in Figline, consolando i disagi d'una vita solitaria e stentata con l'operosa assiduità degli studi. Alla faina che per questi si diffuse di lui in Malia e